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31 ottobre sciopero dei settori della conoscenza in Emilia Romagna

Comunicato stampa della FLC CGIL Emilia Romagna

28/10/2024
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A cura della FLC CGIL Emilia Romagna                                       

È​ ora di dire basta. Il 31 ottobre è sciopero di tutti i settori della conoscenza.  Saremo nelle piazze di tutta la regione Emilia Romagna per manifestare contro la legge di bilancio che non investe nella conoscenza. Per rivendicare una nuova politica sociale, contrattuale ed economica, per la dignità del lavoro pubblico, la difesa dell’istruzione pubblica contro ogni politica di regionalizzazione, per difendere la scuola della Costituzione. Per il rispetto e la valorizzazione del personale delle scuole private con contratto ANINSEI.

Giovedì 31 ottobre la FLC CGIL ha proclamato lo sciopero generale per l’intera giornata di tutto il personale di scuola, università, ricerca, Alta formazione artistica e musicale, scuola non statale con contratto ANINSEI (Confindustria), per rivendicare maggiori investimenti per la scuola statale e per tutti i settori della conoscenza che la legge di bilancio in via di approvazione, al netto di proclami e propaganda, invece taglia e riduce. 

Questi i punti delle nostre rivendicazioni: 

  • rinnovo CCNL 2022-24: stanziate risorse inadeguate per mantenere il potere d’acquisto delle retribuzioni pari al 5,78% a fronte di una inflazione cumulata nel triennio di circa il 18%. Per effetto di un’anticipazione delle risorse in corso d’anno, l’effetto del rinnovo contrattuale sarebbe mediamente di 35/40 euro mensili. In tutti i settori della conoscenza si mettono le mani in tasca dei lavoratori non riconoscendo loro, di fatto, quanto invece sarebbe giusto;
  • tagli di 2174 unità all’organico ATA e di 5660 all’organico dei docenti per un totale di 7834 posti. Non si investe quindi sugli organici e sulla qualità del sistema scolastico pubblico, anzi l’obiettivo è quello della riduzione del perimetro pubblico;
  • nessuna prospettiva di stabilizzazione ai precari su tutti i posti liberi, che rappresentano il 25% del personale scolastico, così come anche l’Europa ci chiede. Servirebbe un piano straordinario di assunzioni del personale docente e ATA, un piano di reclutamento e finanziamento specifico per l’università e la ricerca;
  • per la cessazione dell’abuso nella reiterazione dei contratti a tempo determinato come previsto dalla Commissione europea;
  • per il recupero del finanziamento alle università pari a 530 milioni di euro operato nell’anno 2024;
  • per la salvaguardia della dimensione nazionale del contratto contro ogni ipotesi di autonomia differenziata e regionalizzazione del sistema pubblico d’istruzione;
  • per il rispetto del contratto nazionale di lavoro e ogni ipotesi di legificazione;
  • per evitare riforme regressive come la riduzione dell’offerta formativa di un anno nella filiera tecnologico professionale e una visione aziendalistica dell’istruzione allontanando la scuola dal mandato che le assegna la Costituzione;
  • per fermare il dimensionamento della rete scolastica che genera istituzioni di grandi dimensioni tagliando posti di lavoro, professionalità, acuendo anche il fenomeno della dispersione scolastica;
  • contro il contratto pirata, recentemente sottoscritto dalla UIL Scuola Ruanel settore delle scuole private con contratto ANINSEI che non prevede retribuzioni dignitose, un orario di lavoro congruo, che non valorizza le professionalità, che non che non rispetta le regole democratiche e di partecipazione e creano dumping contrattuale;

Questo quadro va a saldarsi con la legge Calderoli sull’Autonomia Differenziata (che contrasteremo anche attraverso lo strumento referendario), che, se attuata, sancirà la divisione del Paese, aumenterà i divari sociali e territoriali, demolirà l’impianto costituzionale ed è il preludio alla privatizzazione della scuola pubblica così come è già per la Formazione Professionale e la sanità. Meno risorse e personale al sistema pubblico, più spazio al sistema degli accreditamenti privati e garanzie ridotte al diritto allo studio e alla salute. 

Lo sciopero del 31 ottobre prossimo, non sarà un punto di arrivo, ma solo una tappa della mobilitazione che la FLC CGIL ha messo in campo per contrastare iniziative e proposte ingiuste e sbagliate e rappresenta l’occasione per rilanciare un’idea alternativa di Paese capace di garantire davvero un futuro democratico ai giovani, ai lavoratori, alle lavoratrici. 

È l’occasione per rivendicare un contratto giusto, per un lavoro stabile e dignitoso, per la difesa dell’istruzione, dell’università e della ricerca pubbliche, per la stabilità del personale, per contrastare il dumping contrattuale perché allo stesso lavoro devono corrispondere gli stessi stipendi e gli stessi diritti, per impedire ogni ulteriore divisione del paese nel rispetto della Costituzione.

Nella giornata di sciopero si terranno iniziative territoriali a cui hanno aderito altre categorie di lavoratrici e lavoratori, pensionate e  pensionati, studentesse e studenti:

Bologna e Imola: manifestazione presso la Prefettura e corteo cittadino, Piazza Roosevelt, dalle ore 9:00
Ferrara: presidio presso la Prefettura, Corso Ercole | d’Este, dalle ore 11:00 alle 12:00
Forlì Cesena: presidio presso la Prefettura di Forlì, Piazza Ordelaffi, dalle ore 9:30
Modena: presidio presso la Prefettura, Viale dei Martiri della Libertà, 34, dalle ore 10:00
Parma: presidio presso la Prefettura, dalle ore 9:00
Piacenza: presidio presso la Prefettura, Via S. Giovanni, 17, dalle ore 10:00 alle 12:00
Ravenna: sit-in presso la Prefettura, Piazza del Popolo, dalle ore 10:30 alle 12:00
Reggio Emilia: presidio/manifestazione ore 7:30, Polo scolastico di via Makallé, ore 9:00, Prefettura.
Rimini: presidio presso la Prefettura, Via IV Novembre, 40, dalle ore 10:00 alle 12:00.