La censura del rettore dell'università di Messina
Sempre più urgente un intervento legislativo che introduca negli Atenei una gestione realmente democratica.
Pubblichiamo il documento unitario che le organizzazioni sindacali e le associazioni dell’università hanno prodotto per denunciare un grave episodio accaduto all'Università di Messina.
Roma, 29 maggio 2014
ADI, ADU, ANDU, ARTeD, CIPUR, CNRU, CNU, CONFSAL-CISAPUNI-SNALS, CoNPAss, CSA-CISAL Università, FLC CGIL, LINK, RETE29Aprile, SNALS-Docenti, SUN-Universitas News, UDU, UGL-INTESA FP, UIL RUA
Le Organizzazioni universitarie hanno più volte denunciato la condizione di crisi delle istituzioni universitarie e di limitazione progressiva degli spazi di autonomia e libertà nei nostri Atenei, determinata dalla Legge 240/2010, che ha ampliato oltremisura i poteri del rettore e ha posto all’interno degli atenei la competenza disciplinare. Dall’approvazione di questa legge ad oggi i casi di uso improprio degli eccessivi poteri concessi a rettori, consigli di amministrazione e collegi disciplinari si sono moltiplicati, come si è moltiplicato il contenzioso presso il TAR.
In questo contesto risulta sempre più difficile esercitare una pubblica e libera attività di stimolo e di critica in difesa di una Università democratica e qualificata.
Nelle scorse settimane, il prof. Mauro Federico ha commentato on-line una notizia data da alcune agenzie riguardante il prof. Mario Centorrino, rivelatasi poi infondata. La cancellazione del commento è stata immediata, come immediate sono state le scuse inviate al collega Centorrino e per conoscenza a tutto l’Ateneo. Un errore certamente spiacevole quello commesso da Mauro Federico, ma conclusosi rapidamente con una piena assunzione di responsabilità pubblica per quanto accaduto. Del resto, lo stesso prof. Centorrino non ha ritenuto di dover proseguire in alcun modo nei confronti del collega. La lettura della documentazione consente di ricostruire l’intera vicenda.
Il Rettore dell’Ateneo di Messina ha invece ritenuto di dover comunque censurare Mauro Federico senza, peraltro, rispettare le norme in vigore, previste dallo Statuto e dal Regolamento di Ateneo
Le Organizzazioni universitarie ritengono che la censura comminata a Mauro Federico sia carente di effettiva motivazione e che la procedura seguita sia illegittima. Si sostiene con forza, quindi, la richiesta di annullamento del provvedimento da parte del Ministro al quale è stato avanzato ricorso, come consentito dalla Legge.
E' indispensabile e sempre più urgente intervenire legislativamente per introdurre negli Atenei e nel Sistema nazionale universitario una gestione realmente democratica, esercitata da Organi collegiali che, a tutti i livelli, siano espressione di un'elezione diretta da parte di tutte le componenti universitarie.
Il clima di costante minaccia dell’uso degli strumenti disciplinari non è accettabile in nessun settore della società, e lo è ancor meno nell'Università, dove la libertà di pensiero, di ricerca e di insegnamento, costituzionalmente tutelata, deve essere alla base dell'attività e dell'esistenza stessa di questa Istituzione.
L’Ateneo di Messina è impegnato in un difficile sforzo di riorganizzazione e rilancio che crea inevitabilmente fortissime tensioni che sarebbe necessario stemperare. L’iniziativa del Rettore va invece oggettivamente nella direzione opposta, rischiando di aumentare il malessere interno all'Ateneo. Si auspica che, in tempi rapidi, il Rettore riveda la sua posizione e ritiri egli stesso il provvedimento di censura.
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