FLC CGIL
Iscriviti alla FLC CGIL

https://www.flcgil.it/@3898546
Home » Notizie dalle Regioni » Sicilia » Diritto allo studio: Sicilia, lanciata una petizione popolare

Diritto allo studio: Sicilia, lanciata una petizione popolare

CGIL, FLC CGIL e Rete degli studenti per una legge regionale sul diritto allo studio.

14/12/2012
Decrease text size Increase  text size

A cura dell'ufficio stampa CGIL Sicilia

Il 21 dicembre a Messina chiuderanno tutte le mense scolastiche, lasciando senza questo servizio 3.200 alunni di 73 plessi. È l'ultimo episodio di un sistema scolastico, quello siciliano, che perde colpi tra tagli nazionali di risorse e mancati interventi della Regione.

Lo denunciano Cgil, FLC e Rete degli studenti che hanno presentato oggi in una conferenza stampa la loro proposta per una legge regionale sul diritto allo studio per tutti, a prescindere dalle condizioni socio - economiche di partenza- che chiedono sia approvata in tempi rapidi dal governo Crocetta, al quale sollecitano l'apertura del confronto. A sostegno dell'iniziativa viene anche lanciata una petizione popolare con l'obiettivo di raccogliere 10 mila firme. “Noi - ha detto Giusto Scozzaro, segretario generale della FLC Sicilia - chiediamo che la filiera del sapere diventi una priorità politica per il nuovo governo regionale e non sia semplicemente una delega a un assessore. Il tema- aggiunge- e' come garantire le condizioni minime di sopravvivenza al sistema pubblico di istruzione e come rilanciarlo partendo dalle cose basilari, cosa che nessun governo regionale ha mai fatto finora con risultati che sono sotto gli occhi di tutti”. Questo significa, per i promotori dell'iniziativa, assicurare ad esempio i trasporti pubblici, laddove invece i finanziamenti al settore sono passati nell'ultimo anno da 222 a 177 milioni. Significa anche garantire i servizi scolastici integrati cominciando dagli asili nido, che oggi sono fruiti nell'isola dal 5% dei bambini contro il 27% dell'Umbria o il 29% dell'Emilia Romagna. E mettere in campo tutti gli interventi possibili per estendere il tempo pieno, che in Sicilia riguarda oggi solo il 6% degli alunni a fronte della media nazionale del 30%. Tutti elementi che contribuiscono alla dispersione scolastica, che nell'isola supera il 25%.

“Un dato drammatico -ha rilevato Ferruccio Donato, reggente della Cgil Sicilia - anche perché chi abbandona la scuola nella maggior parte dei casi alimenta il bacino dei Neet (Not in Education, Employment or Training), coloro dunque che non hanno alcuna prospettiva, foraggia la manovalanza criminale, non da' prospettive di sviluppo a un'intera regione. Per questo - ha aggiunto - riteniamo che Crocetta debba passare dalle parole ai fatti, perché' non può esserci piano del lavoro e per lo sviluppo che ometta il tassello prioritario dell'istruzione delle giovani generazioni”. Tra le richieste di FLC, Rete degli studenti e Cgil ci sono gli interventi per l'edilizia scolastica a partire dalla creazione di un'anagrafe degli edifici a rischio.

“Nove edifici su dieci - ha rilevato Leandro Bianco, della Rete regionale degli studenti medi - non sono a norma per il rischio antisismico, il 52% e' in stato di pericolo, molte scuole sono fatiscenti e in locali in affitto dietro cui si annidano spesso speculazioni. Noi- ha sottolineato chiediamo investimenti per la messa in sicurezza e un piano pluriennale per la costruzione di nuove scuole”. I promotori dell'iniziativa chiedono anche che la legge sul diritto allo studio preveda borse di studio, contributi per l'acquisto di libri di testo e materiali didattici e per la realizzazione di biblioteche . Nella proposta ci sono le mense, i trasporti gratis, l'accesso agevolato a musei , cinema e altri luoghi di cultura , iniziative a sostegno degli studenti lavoratori e progetti per l'integrazione degli studenti disabili e degli immigrati. “Save the clildren - ha detto Scozzaro - conta nel Mezzogiorno d'Italia 314 mila ragazzi tra i 6 e i 17 anni definiti ‘disconnessi culturali' che nell'ultimo anno non hanno letto un libro, varcato la soglia di un cinema, avuto accesso a Internet. Sono dati allarmanti che non possono essere sottovalutati. Se non si vuole che la Sicilia vada alla deriva e che abbia invece una prospettiva di sviluppo –ha concluso occorre ripartire dall'istruzione e dagli studenti”.