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Università di Catania: i candidati per la carica di rettore a confronto con i lavoratori della conoscenza della FLC CGIL

Antonella Distefano: “Dibattito spontaneo e schietto, abbiamo consegnato un documento programmatico che contiene le nostre priorità di intervento: stabilizzazioni per i precari docenti, tecnici amministrativi, ricercatori; lettori madrelingua; reintegro dei lavoratori del Policlinico”.

27/01/2017
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A cura della FLC CGIL Catania

“È stato un dibattito spontaneo e schietto, un momento importante soprattutto perché i due candidati alla carica di rettore dell’Università di Catania, Enrico Foti e Francesco Basile, hanno fornito risposte chiare e non fuorvianti rispetto alla loro posizione sul futuro del nostro Ateneo”. Così, ha commentato il segretario generale della FLC CGIL Catania Antonella Distefano l’incontro che si è tenuto di ieri pomeriggio, alla presenza anche del segretario generale della CGIL Giacomo Rota, nel quale si sono confrontati gli aspiranti alla poltrona di magnifico dell’Ateneo etneo e gli iscritti della Federazione dei lavoratori della Conoscenza. La FLC CGIL, all’interno dell’Ateneo, rappresenta i docenti, il personale tecnico amministrativo, i lettori madrelingua, i precari e i lavoratori del Policlinico.

“Abbiamo consegnato un documento programmatico che contiene le nostre priorità di intervento – ha aggiunto Antonella Distefano – dalle stabilizzazioni per i precari docenti, tecnici amministrativi e ricercatori, al ruolo dei lettori madrelingua fino alla questione dei lavoratori del Policlinico”.
Entrambi i candidati hanno puntato sulle stabilizzazioni, da completarsi entro il 2018, sulla lotta agli sprechi, cercando di chiudere quanto più possibile i contenziosi in atto, sul rapporto dell’università con il territorio.

“Riguardo alla stabilizzazione dei docenti – ha sottolineato Antonella Distefano – abbiamo ribadito quanto sia necessario incrementarne il numero anche al fine di abbassare l’età media (ad oggi 60 anni) tenendo conto poi, che tra il 2017 e il 2018 andranno in pensione circa 150 docenti. Una particolare attenzione meritano tutti i ricercatori a tempo determinato: è necessario affrontare e risolvere anche questo tipo di precariato, l’università deve essere in grado garantire alle famiglie di questi lavoratori serenità e prospettive di carriera. Occorre ripensare normativamente alla carriera ai lettori madrelingua ormai impegnati da anni a sostenere oltre ogni misura l’insegnamento delle lingue nei vari corsi di laurea e risolvere definitivamente l’annoso problema dei ricercatori a tempo determinato di area medica, a tale lavoratori dovrà essere garantito il diritto all’assistenza e il relativo trattamento economico”.

Sul tema del Policlinico, il professore Basile ha sottolineato l’elemento della volontarietà, della scelta, cioè di ogni singolo lavoratore di restare nell’ambito della sanità o puntare al reintegro nell’università. “Questo è un punto nodale che abbiamo sempre sostenuto – ha aggiunto Distefano – si sarebbero evitati tantissimi contenziosi in questi anni”. Il professor Foti ha puntato sul ruolo dell’organo che dovrebbe fare da cerniera tra le attività assistenziali e quelle di didattica, l’organo di indirizzo, che non è mai stato costituito.

“Non ultimo, resta il problema serio della gestione degli studenti – ha concluso Distefano – è necessario che si ascoltino maggiormente le loro esigenze per evitare che facciano la triennale a Catania e decidano poi di completare gli studi altrove”. Sul punto il professor Foti è intervenuto anche sul capitolo studenti fuori corso. “È una vergogna considerarli come una risorsa che fa bilancio, perché significherebbe non interpretare bene il nostro ruolo, oltre a essere una penalizzazione per l’Ateneo”. “Attendiamo, quindi, il risultato che usciranno dalle urne il prossimo primo febbraio per ribadire la nostra linea sindacale collettiva di tutela di tutti i lavoratori”.

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