Scuola Puglia: l’ordinanza 413 è una soluzione che peggiora la situazione
A rischio le basi del diritto allo studio.
A cura della CGIL Puglia e della FLC CGIL Puglia
Non c’era soluzione peggiore di quella che è stata adottata dal Presidente Emiliano con l’ordinanza 413 - emanata nella serata odierna, in risposta a due contrapposte ordinanze dei TAR Puglia di Bari e di Lecce – per districare l’intricata posizione in cui la Regione Puglia si è autonomamente infilata a causa di discutibilissime decisioni adottate unilateralmente.
L’ordinanza 413, nel disporre le regole sulla scuola e sul diritto allo studio in Puglia, di fatto trasforma la scuola statale del primo ciclo di istruzione, in un servizio della pubblica amministrazione erogato a semplice domanda individuale relativamente alla possibilità di fruirne nella modalità della didattica in presenza o a distanza.
Al fine di tutelare il diritto allo studio la legge riconosce come obbligatoria l'istruzione impartita per almeno dieci anni di cui l'obbligo di presenza costituisce un necessario correlato al punto che le assenze vanno giustificate.
Ma accade che, laddove l’art. 34 della Costituzione prevede che “la scuola è aperta a tutti” in Puglia, invece, sanciamo - per ordinanza del Presidente - il principio per cui la scuola è aperta a chi vuole mettendo, in questo modo, a serio rischio proprio le basi di quel diritto allo studio che a parole si dice di voler salvaguardare.
Ancora più pericolosa, se possibile, appare poi la contrapposizione che, nell’ordinanza 413, si viene a delineare tra “diritto allo studio” e “diritto alla salute”. Tale contrapposizione traspare laddove si consideri che se “nessuno potrà essere obbligato ad andare a scuola in presenza” e se “tutti avranno diritto a richiedere la didattica a distanza per tutelare la propria salute” allora è evidente che, nella interpretazione dell’ordinanza 413, la tutela della salute si esercita non migliorando l’efficienza del sistema dei trasporti scolastici regionali e le performance del sistema sanitario regionale ma semplicemente eliminando l’obbligo di presenza scolastica proprio nella scuola del obbligo!
Non vi sono più dubbi: le scelte politiche del Presidente Emiliano, in questa fase di esordio di una giunta ancora inesistente, stanno amplificando logiche politiche divisive che si stanno dimostrando sempre più incapaci di fare sintesi politica a livello regionale.
Assistiamo quotidianamente al conflitto istituzionale tra regioni e governo e non abbiamo di certo bisogno di implementare la competizione e la polemica politico/istituzionale anche a livello regionale.
Ancora una volta, duole ammetterlo, ma ci ritroviamo su posizioni contrapposte. Chi, in questo momento, ha il potere e l’obbligo morale della ricomposizione sociale è la presidenza del consiglio regionale: auspichiamo che, al più presto, agisca costruttivamente in tal senso.
7 novembre 2020
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