Salute e istruzione: Puglia, nessuna posizione ideologica, solo diritti negati
Con un comunicato i sindacati FLC CGIL, CISL Scuola e SNALS-CONFSAL replicano alle affermazioni dell’assessore regionale Lopalco.
A cura di FLC CGIL, CISL Scuola e SNALS-CONFSAL
In queste ultime ore l’assessore Lopalco ha denunciato l’esistenza di posizioni ideologiche nel dibattito in corso sulla scuola relativamente alla didattica in presenza. A nostro avviso l’unica posizione ideologica e strumentale su questo tema delicato, si manifesta nei numerosi messaggi con cui esponenti della Regione intervengono sui social addirittura esortando le famiglie a richiedere interventi delle forze dell’ordine per ottenere dalle scuole la didattica Digitale integrata (DDI), finanche paventando inesistenti tentativi di boicottaggio da parte delle scuole!
Ideologica, al massimo, è la posizione di chi inasprisce intenzionalmente un clima già molto teso intorno alla scuola.
Anche noi cogliamo il senso di minaccia che questa pandemia porta con sé, soprattutto alla luce dei dati sulla velocità di contagio del virus COVID-19 che la Regione quotidianamente diffonde ma dobbiamo constatare che, se questi dati – finora in esclusivo possesso della Regione - confermano realmente lo stato di gravità in cui versano le scuole, allora è evidente che l’ordinanza n. 413, in un solo colpo, lede sia il diritto all’istruzione (art.34 della Costituzione) che l’universalità del diritto alla salute (art. 32 della Costituzione) rimettendoli entrambi alla libera valutazione da parte delle famiglie: e così anche la tutela della salute viene, di fatto, lasciata alla percezione che del pericolo ha il singolo cittadino dividendo gli studenti tra chi è più esposto al contagio (alunni in didattica in presenza a scuola) e chi meno (quelli della didattica da casa).
Al danno causato dalla SARS COVID-19 si è ora aggiunto anche il danno causato da un’ordinanza regionale che finisce per aggravare una situazione già di partenza complicata.
Se il problema fosse solo il numero di contagi nelle scuole e l’effetto “volano” che queste ultime hanno nella dinamica di accelerazione del contagio, allora non si spiegherebbe perché la Regione abbia ritenuto che la decisione sulla didattica in presenza debba spettare alle famiglie e non alle Istituzioni: in questo modo i genitori che scelgono la didattica in presenza perché sprovvisti di adeguati supporti tecnologici, di spazi sufficienti in casa o, semplicemente, del supporto di altri famigliari necessari per recarsi quotidianamente sul posto di lavoro, vedrebbero i propri figli più esposti a rischio di contagio con l’imbarazzante discriminazione di una scelta che, ancora una volta, favorisce chi ha maggiori capacità economiche.
E qui è il vero problema: al collasso sanitario del sistema di tracciamento delle AASSLL - oltre alle difficoltà correlato al sistema dei trasporti - si è risposto con la sospensione della didattica in presenza. Per evitare di ingolfare le procedure di tracciamento si è preferito fare ricorso, senza remora alcuna, alla sospensione della didattica in presenza.
Poiché il Titolo V della Costituzione affida alle Regioni la competenza esclusiva in materia di programmazione e organizzazione dei servizi sanitari, riteniamo che in questa durissima partita, per quanto sta avvenendo in Puglia, ci siano responsabilità precise e non univoche: se, da un lato, è responsabile il Ministero dell’Istruzione per la mancanza di una programmazione efficace, dall’altro è responsabile la il Governo regionale per il mancato coordinamento delle misure da adottare in materia di organizzazione sia dei servizi sanitari, sia dei servizi di trasporto. Ma ora, lo ripetiamo, non è più tempo di riferirsi a ipotetiche posizioni ideologiche o soffermarsi sulle responsabilità di chicchessia perché, al contrario, ora servono capacità di sintesi politica e, soprattutto, l’individuazione di misure ponderate e condivise.
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