Legge di stabilità: all'Università di Foggia firmato un documento unitario
La RSU di ateneo e le organizzazioni sindacali locali contro la legge di stabilità.
A cura della FLC CGIL Foggia
"NOI LA CRISI NON LA VOGLIAMO PIU' PAGARE. La legge di stabilità approvata dal Consiglio dei Ministri il 16 ottobre scorso colpisce sempre gli stessi. Infatti l'unica cosa certa e stabile della bozza è che si prende sempre da lavoratori e pensionati e dalle loro famiglie."
Sono queste le parole con cui la RSU e tutte le organizzazioni sindacali presenti nell'ateneo hanno aperto un documento elaborato contro la legge di stabilità.
Le pesanti ricadute negative, su lavoratori e pensionati, contenute nella bozza del provvedimento non sono più accettabili. Per tale ragione si ribadisce, con forza ed unitariamente, l'esigenza di avvio di un percorso di mobilitazione, a partire dallo sciopero generale, che porti il Parlamento ad effettuare sostanziali modifiche al testo.
Per saperne di più.
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RSU di ateneo - FLC CGIL - CISL Università - UIL RUA
SNALS Confsal - CISAL - RdB CUB
Foggia
La legge di stabilità approvata dal consiglio dei ministri il 16 ottobre scorso colpisce sempre gli stessi. Infatti l'unica cosa certa e stabile della bozza è che si prende sempre da lavoratori e pensionati e dalle loro famiglie.
La bozza al momento prevede, tanto per ricordarlo, le seguenti misure:
- indecente proroga del blocco dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego fino al 2014 (il blocco del nostro contratto compie 5 anni ... AUGURI!!!), con perdita del potere d'acquisto degli stipendi che ormai ha superato di gran lunga il 10% rispetto al 2008 (su un già misero stipendio di 1.200 € oltre 120 € di fatto mangiati dall'inflazione!);
- taglio dell'indennità di vacanza contrattuale anche per gli anni 2013-2014;
- una riduzione del cuneo fiscale sulle retribuzioni dei lavoratori che si concretizzerebbe in una restituzione di soli 14 € medi mensili;
- blocco delle assunzioni fino al 2017;
- rateizzazione del pagamento del TFR dovuto ai lavoratori che hanno raggiunto la meritata pensione;
- taglio del 10% agli straordinari del personale delle amministrazioni dello stato;
- aumento dell’imposta di bollo per le comunicazioni relative ai prodotti finanziari, (già aumentato dall'1 all'1,5 per mille nel 2013 e ora portato al 2 per mille per il 2014), partendo da un importo minimo di 34,20 €, a evidente danno (e beffa) dei lavoratori che "godono" di conti deposito, ecc. di esigua entità;
- diminuzione delle detrazioni fiscali per lavoro dipendente (spese per mutui, per formazione e tasse universitarie, spese mediche, …) con una ripercussione sui precari bilanci familiari;
- tagli dei finanziamenti agli enti locali (regioni e comuni) con conseguente taglio dei servizi sociali sul territorio a danno delle famiglie;
- e infine Imu, Service tax, Trise, Tari e Tasi: un bel gioco di parole per non far capire chi paga.
Per questi motivi e tanti altri nei prossimi giorni capiremo insieme come costruire un percorso di mobilitazione e rivendicazione, a partire dallo sciopero generale, per cambiare la rotta a questa ennesima legge truffa.
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