Università di Bari: proclamato lo stato di agitazione del personale
La decisione è stata presa dopo che l'amministrazione ha dichiarato di voler azzerare il salario accessorio di centinaia di lavoratori. Convocata per il 18 giugno 2014 un’assemblea generale di tutto il personale.
A seguito dell'assemblea tenutasi il 12 giugno, la RSU dell'Ateneo di Bari ha proclamato lo stato di agitazione a causa delle dichiarazioni della parte pubblica di azzerare il salario accessorio di centinaia di lavoratori.
Dalla sala consiglio occupata da tutti i sindacati e dalla RSU, a fine della riunione di contrattazione integrativa del 12 giugno 2014, i rappresentanti dei lavoratori proclamano l’immediato stato di agitazione in tutta l’università e chiamano all’assemblea generale tutto il personale mercoledì 18 giugno – ore 10.00 – in ateneo, a lettere, aula c - secondo piano.
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Comunicato RSU Università di Bari, Aldo Moro
La parte pubblica oggi ci ha comunicato di aver deciso di recedere (cioè di stracciare) da tutti i contratti integrativi che assicurano il nostro salario accessorio, a partire dal 1° luglio 2014: - indennità mensile (IMA), attualmente percepita da tutti i B C e D - indennità di disagio (Valenzano, autisti, portieri, custodi, Ufficio Tecnico, Posta) - rischio (!) - tutte le indennità di responsabilità Il Direttore Generale non ha potuto escludere neppure l’evenienza di un futuro recupero di somme già erogate. La situazione è precipitata per l’esito drasticamente negativo e definitivo della ispezione da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze (esito già in parte comunicato all’Amministrazione questa settimana; si attendono a giorni altre due comunicazioni) e per la posizione pilatesca e punitiva assunta da parte dei Revisori dei Conti. Il MEF e i Revisori agitano un rischio di danno erariale in atto e “suggeriscono” il blocco di tutti gli accordi integrativi per il personale di categoria B, C e D. Analoga situazione si sta verificando anche per il personale di categoria EP e addirittura per i dirigenti. MEF e Revisori, contestando delibere del Consiglio di Amministrazione regolarmente approvate, documenti contabili annuali pienamente certificati dai precedenti Organi di controllo, hanno scelto come comodo bersaglio per punire l’Università di Bari il personale contrattualizzato, già tartassato come tutto il lavoro pubblico per l’assenza di rinnovo di contratto e quindi senza speranza di aumenti retributivi. La nostra Amministrazione si è dimostrata frettolosamente arrendevole, ancora tiepida nell’intraprendere le necessarie azioni di contrasto a questa deriva “romana”, limitandosi da una parte a voler coinvolgere il Consiglio di Amministrazione sulla assoluta necessità del recesso dai contratti e, dall’altra, a renderlo partecipe del disordine sociale che questa decisione inevitabilmente provocherà.
Dobbiamo discutere, dobbiamo contarci, dobbiamo alzare la testa! Partecipiamo in massa all’assemblea, convinciamo gli indecisi. Il 18 giugno dimostriamo che siamo tanti e che siamo arrabbiati.
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