Dal Politecnico di Torino una lettera aperta in difesa dell’università pubblica
Il testo prova a dare vita ad un movimento e un percorso di mobilitazione.
Pubblichiamo di seguito il resoconto dell’assemblea che si è tenuta al Politecnico di Torino nel corso della quale è stata condivisa una “lettera aperta in difesa dell’università pubblica”.
Il testo prova a dare vita ad un movimento e un percorso di mobilitazione con obiettivi condivisi da tutta la comunità accademica a partire dagli studenti, dai precari e dal personale “non contrattualizzato” docente e “contrattualizzato” tecnico-amministrativo. Il testo contiene la denuncia della situazione drammatica in cui versa l’università (con tanto di grafici a sostegno) e lancia la richiesta di una inversione di tendenza rispetto alle politiche universitarie degli ultimi anni.
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L’assemblea del 18 settembre 2017 al Politecnico di Torino è stata convocata congiuntamente da studenti, docenti, personale tecnico e amministrativo e dal personale non strutturato del nostro Ateneo. L’intera nostra comunità che si confronta e si interroga su cosa si può fare tutti insieme per difendere l’Università Pubblica dall’attacco che sta subendo oramai da quasi un decennio.
L’assemblea è stata partecipata e ci sono stati molti interventi di tutte le categorie, soprattutto degli studenti. Riprendendo quanto già sottoscritto da quasi 300 docenti del nostro Ateneo nelle scorse settimane, è stato condiviso il testo di una lettera aperta alla Ministra Fedeli dove si denunciano i problemi più gravi e urgenti del sistema universitario e si chiede un sollecito intervento, ci auguriamo già nella prossima legge di stabilità, che dia un chiaro segnale di inversione di tendenza delle politiche di disinvestimento di questi ultimi anni. La lettera è stata inviata agli Organi di Governo dell’Ateneo per contribuire alla discussione all’ordine del giorno delle prossime sedute e si intende predisporre una raccolta di firme a livello nazionale.
Si è concordato poi di proseguire la mobilitazione congiunta assicurando una presenza alla notte dei ricercatori del 29 settembre, e di preparare una serie di iniziative per la prima settimana delle lezioni. Le modalità della mobilitazione saranno precisate nei prossimi incontri organizzativi, ma alcune idee sono state proposte all’attenzione dell’assemblea:
- predisporre delle slide che i professori potranno usare nella prima lezione del corso per illustrare ai loro studenti i motivi e gli obiettivi della mobilitazione;
- organizzare una serie di lezioni all’aperto in modo da sensibilizzare anche all’esterno dell’Ateneo sull’emergenza che vive il sistema universitario;
- valutare iniziative con un adeguato impatto mediatico per il primo giorno di lezione.
L’assemblea si è conclusa con la decisione di diffondere al massimo le notizie della nostra mobilitazione locale, nella speranza che anche in molti altri Atenei sorgano mobilitazioni congiunte di tutte le componenti del mondo universitario e si possa nel mese di ottobre arrivare a un momento di incontro nazionale che sia in grado di dare voce a tutti coloro che sono disposti a mobilitarsi in difesa dell’Università Pubblica.
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