Asti: sindacati contrari a ipotesi dimensionamento scolastico 2024/2025
Necessario, per i sindacati, investire nella scuola e sul suo valore di crescita sociale. Il piano di dimensionamento, invece, obbedisce ad una mera logica ragionieristica di risparmio occupazionale.
A cura di FLC CGIL Asti, CISL Scuola FSUR Alessandria Asti, SNALS Confsal Asti
Le organizzazioni sindacali sono invitate giovedì 19 ottobre alla Commissione Consiliare Istruzione dopo aver appreso dalla stampa la nuova proposta del Piano di Dimensionamento Scolastico avanzata al termine della riunione di maggioranza in Comune che prevede la soppressione dell’autonomia scolastica “Scuola Media Brofferio” annettendo il plesso Brofferio all’attuale I Circolo Didattico e del plesso Martiri all’attuale V Circolo Didattico per dar vita agli Istituti Comprensivi IC 4 ed IC 5.
Le OO.SS. puntualizzano, innanzitutto e, contrariamente a quanto emerso dalla stampa, di non aver partecipato alla formulazione di quest’ipotesi ed esprimono categoricamente la loro contrarietà a qualsiasi forma di Dimensionamento Scolastico per i seguenti motivi:
- Esprimono forte preoccupazione a livello occupazionale per la perdita di posti: 1 Dirigente Scolastico, 1 Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA), 3 Assistenti Amministrativi, 10 Collaboratori Scolastici nonché potenziale continuità didattico-educativa non garantita per le classi delle scuole medie Brofferio e Martiri per effetto delle legittime opzioni di scelta nella mobilità dei docenti.
- La riduzione di 10 collaboratori scolastici metterà a rischio la sicurezza e la sorveglianza degli alunni, nonché l’igiene degli ambienti in quanto il numero dei locali resterà invariato.
- Il Comune di Asti non ha al suo interno autonomie scolastiche sottodimensionate con numero di alunni inferiore a 600 e, pertanto, non si comprendono le ragioni in base alle quali si voglia procedere ugualmente ad eliminarne una. La determinazione di Istituzioni scolastiche “corpose”, con quasi 1.500 alunni, comporterebbe un aggravio organizzativo e gestionale, soprattutto per le segreterie, già oggetto di numerose “molestie burocratiche” in questo periodo storico.
- La scelta superflua di sopprimere un’autonomia scolastica emerge anche dal confronto con altri territori: sulla base della proposta di razionalizzazione il Comune di Asti passerebbe a 5 Istituzioni Scolastiche, lo stesso numero del Comune di Cuneo che però ha 20.000 abitanti in meno e un’autonomia scolastica in più rispetto a Vercelli che ha 30.000 abitanti in meno.
- Le “verticalizzazioni” previste dall’Atto di Indirizzo della Regione Piemonte, ovvero il passaggio dai Circoli Didattici agli Istituti Comprensivi, non è normativamente obbligatorio dato che la Sentenza della Corte costituzionale 7 giugno 2012, n.147 dichiara costituzionalmente illegittimo il comma 4 articolo 19 Legge 111/2011: “[…] a decorrere dall’anno scolastico 2011-2012, la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado […]”.
- L’iniquità della riduzione delle autonomie scolastiche è dimostrata inoltre dalla scelta coraggiosa, a livello politico, di impugnare il Decreto attuativo del Governo sul Dimensionamento da parte di alcune Regioni, consce che i nuovi parametri relativi al numero degli alunni previsti (per l’a.s. 2024/25: 961; per l’a.s. 2025/26: 949; per l’a.s. 2026/27: 938) vadano nella direzione opposta alla qualità formativa della scuola portando disagi organizzativi e non sfruttando l’occasione della denatalità per ridurre le cosiddette classi “pollaio”.
Consapevoli della necessità, oggi più che mai, di difendere la nostra scuola investendo sul suo valore di crescita sociale e che ogni piano di dimensionamento obbedisce ad una mera logica ragionieristica di “risparmio occupazionale”, le OO.SS chiedono di non attivare nessun processo di razionalizzazione della rete scolastica mantenendo le attuali Istituzioni sia per quanto riguarda il I ciclo di Istruzione che per la scuola Secondaria di II Grado. In particolare le scriventi auspicano un sensibile allontanamento dell’Amministrazione dall’ipotesi nefasta di accorpamento “Artom – Penna” che creerebbe un mostro didattico di 1.700 alunni circa. L’accantonamento di questa ipotesi di razionalizzazione del secondo ciclo andrebbe a difendere l’autonomia scolastica del nostro Istituto Agrario che, complice l’avvio del percorso eno-gastronomico nel Comune di Asti, potrebbe diventare un “fiore all’occhiello” nel panorama dell’offerta formativa e rispondere all’obiettivo della “vocazione del territorio” come contenuto nell’atto di indirizzo della Regione Piemonte.
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