Lombardia, quale futuro per il sistema educativo di istruzione e formazione della Regione?
CGIL e FLC Cgil Lombardia sul Documento Programmatico Economico e Finanziario Regione Lombardia 2009 e 2011.
Comunicato CGIL - FLC Cgil Lombardia
I nostri NO al Documento Programmatico Economico e Finanziario
Regione Lombardia 2009 e 2011
Formigoni e la sua Giunta si sta apprestando a mandare in approvazione al Consiglio Regionale Lombardo il Documento Programmatico Economico e Finanziario senza coinvolgere, pur nel decantato percorso di consultazione di cui il DPEFR sarebbe frutto, e come sostenuto al Tavolo del Patto per lo Sviluppo, il sindacato.
Il quadro d'insieme che offerto evidenzia una Regione tutta impegnata ad esaltare una potente e mirabile macchina strutturale-organizzativa, fatta di funzioni specifiche, strategie di comunicazione, semplificazioni legislative.
Ma noi ci domandiamo: dove sono finiti i cittadini lombardi? I lavoratori, gli studenti, gli anziani, gli immigrati, le donne, il vero capitale umano al quale dare la giusta attenzione, al quale riferirsi come vero cardine di sviluppo.
La gestione dei servizi pubblici, dalla sanità alla scuola, l'università e la ricerca passando per gli enti locali e le loro politiche di sostegno alla famiglia e alla casa, è tutta dettata da una scelta strategica di fondo sbagliata: governare la domanda espressa anziché produrre scelte di governo per l'offerta.
Abbiamo più volte ripetuto che una simile scelta strategica fa venir meno il fondamentale ruolo dell'ente Regione che, diversamente deve mirare alla promozione sociale, culturale dell'individuo, del cittadino, quel ruolo per il quale la persona si sente in diritto di partecipare alla vita attiva della sua realtà territoriale, quel ruolo che spinge per una reale fruizione "universale" dei diritti.
Come Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL Lombardia, in accordo con la struttura confederale lombarda, in particolare, abbiamo prodotto un nostro commento sull'Area 2.1 del DPEFR, cioè quello relativo al Sistema Educativo, Istruzione e Formazione Regionale. In esso abbiamo sostenuto le seguenti osservazioni:
"La Regione conferma, in questa materia la validità delle leggi 22/2006 e 19/2007 che istituiscono la "Dote" come unico strumento di sostegno, finanziario centrato sulla persona e sulla domanda, fuori da ogni logica di promozione e programmazione. La previsione è del tutto insufficiente anche solo rispetto alle persone coinvolte : per esempio per l'Apprendistato la previsione è di sole 30.000 doti su oltre 120.000 persone coinvolgibili previste dalle parti sociali. E' un'impostazione rigida e insufficiente che non risponde alla reale dinamica del lavoro e dei rapporti contrattuali nella nostra Regione, rispondendo solo a logiche di coinvolgimento diretto e di consenso di una parte delle persone interessate.
Il giudizio peraltro espresso sull'esperienza della Dote appare quanto meno azzardato visto che è stata attuata solo da pochi mesi. Forse a diversa soluzione si sarebbe potuti giungere in un confronto con le parti sociali con conoscenze ed esperienze consolidate. Nel merito si richiede comunque un monitoraggio e una gestione trasparente delle relazioni, conoscenze, analisi su un tema così complesso e nevralgico per una buona occupazione.
In merito alle linee di azione che il DPEF intende sviluppare relativamente alla Global Learning Week è necessario ribadire che questa scelta regionale non può essere imposta tout court alle scuole, senza alcuna consultazione delle relative Istituzioni che come noto, hanno piena autonomia non potendo essere "invase". E' legittimo ipotizzare che dentro quel progetto si vogliano promuovere i modelli integrativi regionali di secondo livello.
Maggior dettaglio e maggior rigore servirebbe invece sulle singole questioni: sostegno degli investimenti degli operatori accreditati; Integrazione organica regionale per la formazione continua aziendale; sviluppo della formazione tecnica terziaria diversificata e quindi i Poli Formativi.
E ancora è necessario conoscere in concreto come si compone il budget a disposizione per la loro attuazione: la quota di finanziamento statale, la quota della Regione e delle Aziende.
Il rischio è che si utilizzino in realtà leggi nazionali e fondi pubblici per finanziare in gran parte queste scelte regionali. Non è peraltro né esplicita né verificata quanta parte venga finanziata di interessi privati di singole associazioni, enti ed imprese.
Sul nuovo processo di programmazione degli interventi per il diritto allo studio universitario ci si chiede cosa significhi "l'attrattività" del sistema universitario lombardo? E soprattutto da quando esiste un sistema regionale universitario lombardo? Il DPEFR potrebbe essere invece l'occasione per chiarire come e dove le università lombarde lavorano in modo consortile, chi partecipa a tali consorzi e chi ne è escluso , con quali connessioni e sinergie.
Non va meglio neppure per la ricerca per la quale non emergono proposte di governo regionale, ma solo enunciazioni di principio. E' urgente ed evidente la necessità di aprire un tavolo su questi temi.
In ultimo, assolutamente non per importanza, "sull'inadeguatezza dei modelli scolastici e formativi tradizionali", la CGIL ribadisce la propria approvazione della scelta legislativa nazionale per l'innalzamento dell'obbligo fino a 16 anni così come attuata nei diversi modelli europei,mentre la Regione conferma la scelta di modelli al ribasso (doppio canale per intendersi) in contrasto con la legge nazionale e quindi lontana da tutti i modelli europei che tanto spesso vengono richiamati ."
Per dire no a questo DPEFR, per dire no alle politiche non inclusive sull'istruzione e formazione di Formigoni, la FLC CGIL ha promosso una campagna di "raccolta firme" contro la legge 19 - Norme sul Sistema Educativo di Istruzione e Formazione della Regione Lombardia-.
La FLC CGIL Lombardia, in tempi brevi, depositerà le firme raccolte, accompagnate dal presente documento, presso la Regione a testimonianza del nostro pensare che la promozione e lo sviluppo della nostra Regione passa ostinatamente attraverso la promozione della persona, chiunque sia e con pari dignità.
Milano, 10 giugno 2008
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