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Dimensionamento rete scolastica, ferma opposizione della FLC CGIL Lombardia

Rinviare l'applicazione della norma che prevede l'abolizione dei Circoli didattici e degli Istituti secondari di I° grado.

25/10/2011
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A cura della FLC CGIL Lombardia

Insieme come OO. SS. confederali e di categoria regionali abbiamo chiesto all'Assessore regionale Rossoni, già dallo scorso 3 ottobre, la convocazione di una specifica riunione con la quale discutere della nuova organizzazione della rete scolastica e programmazione dell'offerta formativa a seguito dell'approvazione della Legge n. 111 del 15 luglio 2011. Ricordiamo che tale norma prevede, a partire dal 1 settembre 2012 che tutti gli istituti della scuola di base di Stato, infanzia, primaria e secondaria di I° grado vengano a costituirsi in Istituti Comprensivi.

Per la nostra Regione significa il coinvolgimento di 187 Circoli Didattici e 89 Scuole secondarie di I° grado che dovranno essere accorpati in Istituti Comprensivi secondo le regole che prevedono la soglia minima 500 per le scuole di montagna e 1000 per tutte le altre realtà.

Troppi i problemi pronti a sorgere se questo verrà attuato e per nulla indolori sia che pensiamo al personale occupato che per quanto riguarda la tenuta della qualità dell'offerta formativa.

Visto il numero significativo degli istituti interessati, problemi quali:

  • la determinazione dei docenti perdenti posti dopo gli accorpamenti di cattedra e le operazioni di opzione di posto;
  • la riduzione del personale ATA, in particolare per gli Assistenti Amministrativi, ma lo stesso problema si registrerà per i Collaboratori Scolastici, in quanto per il personale ATA a seguito di accorpamenti non scatta in automatico la somma delle figure esistenti, ma bensì entrano in gioco meccanismi di razionalizzazione legati alle tabelle di ripartizione degli organici;
  • accorpamenti delle classi;
  • riorganizzazione dei bacini di utenza;
  • riorganizzazione edilizia e dei mezzi di trasporto;

si manifesteranno in modo pesante ed evidente.

Dalla circolare del ministero, relativa al raggiungimento degli obiettivi sugli istituti comprensivi la Lombardia risulta essere tra le regioni più “virtuose” in quanto eccede rispetto ai parametri previsti di “sole” 24 scuole mentre vi sono regioni che eccedono di oltre 200.

Altra cosa che si evince sempre dal medesimo documento è il folle “sistema” utilizzato per il calcolo delle riduzioni, quello della conta complessiva del numero degli alunni della Regione e della sua divisione per mille, da qui la determinazione del nuovo numero di autonomie scolastiche regionali.

Così procedendo accadrà che nella nostra Regione avremo province, BG, BS, CO, LC E SO che, paradossalmente, dovranno costituire nuovi istituti mentre altre, CR, LO, MN, PV, VA e in modo particolare MI, che li dovranno invece sopprimere. Una vera follia!

 

Riteniamo che la revisione e la razionalizzazione della rete scolastica debba essere frutto di un progetto didattico e formativo, con solide basi pedagogiche e finalizzato a migliorare i risultati del sistema sul territorio, che tenga conto, delle possibili conseguenze legate al passaggio dai 5 agli 8 anni del nuovo percorso di formazione e di come questo debba essere seriamente accompagnato da un progetto pedagogico-didattico e vissuto in continuità.

 

Non solo, pur non conoscendo in maniera puntuale il risultato del monitoraggio commissionato da parte del MIUR, siamo certi che i nostri edifici scolastici abbisognano di importanti interventi straordinari per la loro messa a norma prima di renderli agibili alle nuove situazioni e questo in particolare per le più grandi aree,

 

La FLC CGIL Lombardia dice no a tutta l'operazione di razionalizzazione perché nulla ha di organizzato, di pensato, di razionalità e funzionalità, bensì risponde, come ormai da tempo, al solo bisogno, da parte di questo Governo, del dover "fare cassa”.

 

Peccato che questo continui a pesare solo sulla scuola pubblica e non valga per la scuola privata per la quale il nuovo DDLdi “stabilità finanziaria” dello Stato prevede un stanziamento 260 milioni di euro.

Nonno, cos'è il sindacato?

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