Dimensionamento e riorganizzazione della rete scolastica in Lombardia
La Gelmini scrive a Colosio affinché Formigoni esegua in fretta.
A cura della FLC CGIL Lombardia
Abbiamo saputo di un recente incontro tra il Dott. Luciano Chiappetta, capo del Dipartimento per l'istruzione Direzione generale per il personale scolastico e i Direttori generali degli Uffici Scolastici regionali, nel corso del quale il MIUR ha richiesto a quest’ultimi, di adoperarsi affinché “richiamino l’attenzione dei competenti organi Regionali per una sollecita definizione del dimensionamento della rete scolastica” in considerazione del fatto che trattasi di “norma che risponde a finalità di contenimento della spesa e al raggiungimento dell’obiettivo della stabilizzazione della finanza pubblica”.
Tutto questo ci fa pensare che, nonostante le caute uscite dell’Assessore regionale Rossoni, attraverso le quali ha invitato gli amministratori locali a procedere con calma e soprattutto a ben valutare gli effetti della razionalizzazione per ogni territorio, il tempo sia ormai scaduto e che il tutto debba invece essere fatto in fretta, perché quel che conta sono i “numeri”, i “soldi”, e … “obbedire”.
Poco importa che a “casa nostra” le decisioni di trasformare tutte le scuole in Istituti Comprensivi significa:
•coinvolgere gli attuali 187 Circoli Didattici e 89 Scuole secondarie di I grado, quasi il 30% delle istituzioni scolastiche;
•la determinazione di un contingente consistente di docenti “perdenti posto” a seguito degli accorpamenti di cattedra;
•una pesante riduzione del personale ATA, in particolare di Collaboratori Scolastici e Assistenti Amministrativi, a seguito delle nuove tabelle di ripartizione degli organici;
•accorpamenti forzati delle classi;
•la riorganizzazione dei bacini di utenza con conseguenti ripercussioni in materia di mobilità e mezzi di trasporto;
•una significativa riorganizzazione dell’edilizia scolastica.
Tutto questo accadrà tramite l’attuazione delle norme sul dimensionamento e razionalizzazione della Rete scolastica, il DPR n. 233/99, norma con la quale fino ad ora si è proceduto per la definizione dei diversi piani dell’offerta, sia provinciali che regionali, e soprattutto, a seguito del provvedimento legato alla recente manovra economica, in particolare al decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98 all'art. 19 c. 4 e 5.
Come organizzazioni sindacali confederali regionali scuola, e altre OO.SS. regionali, a fronte dell’entrata proprio di quest’ultimo scellerato e recente provvedimento, sulle nuove misure di riorganizzazione dei modelli organizzativi scolastici, preoccupati per le possibili e pesanti ricadute sull’intero sistema di formazione per la nostra Regione, abbiamo richiesto due incontri urgenti, rispettivamente a Regione Lombardia e all’USR Lombardia.
A Formigoni si è chiesto l’istituzione di un tavolo permanente di confronto, nonché di una sua convocazione a breve, per discutere di:
•organizzazione della rete scolastica e programmazione dell’offerta formativa a seguito dell’approvazione della Legge n. 111 del 15 luglio 2011;
•razionalizzazione e riordino degli Uffici Scolastici Territoriali e Regionali;
•proposta avanzata dalla Conferenza delle Regioni al MIUR in materia di nuovi criteri di riparto degli organici del personale docente.
A Colosio abbiamo invece richiesto con urgenza un incontro sugli stessi temi:
•riorganizzazione degli Uffici della Direzione scolastica regionale;
•operazioni concernenti il dimensionamento delle Istituzioni scolastiche;
aggiungendo anche una richiesta d’informativa sullo stato generale delle risorse finanziarie a disposizione delle istituzioni scolastiche, oggi in forte sofferenza.
FLC CGIL Lombardia, preoccupata per l’assenza di risposte alle richieste inviate unitariamente, ribadisce la necessità della sospensione di un anno dell'applicazione della nuova norma, così che si possa ridiscutere immediatamente la definizione di nuovi parametri e che questi non corrispondano solo rappresentati dal numero di alunni da “inserire” nel nuovo contenitore scolastico”.
La nostra Regione, come si sa, soffre di pesanti limiti di ordine orografico e ha una grande quantità d’istituti secondari superiori difficili, da aggregare agli altri ordini di scuola.
Occorre avviare una larga discussione fra il personale e i soggetti interessati e che gli Enti Locali promuovano una discussione sentita sui loro territori con tutti i soggetti interessati.
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