Università di Genova, riunione del Senato Accademico posticipata in segno di solidarietà con l'occupazione
Presentato al Senato Accademico un documento nel quale si richiedeva una presa di posizione sul DDL Gelmini.
Oggi a Genova dalle ore 8.30 alle ore 11.30 occupazione simbolica del Rettorato di Via Balbi, 5 a cui hanno partecipato studenti, ricercatori, docenti e personale tecnico-amministrativo. Alle ore 9 avrebbe dovuto riunirsi il Senato Accademico ma la riunione è stata posticipata alle ore 12 con una comunicazione del Rettore che evidenziava lo spostamento “in segno di solidarietà con l'occupazione simbolica del Rettorato proclamata dalle Organizzazioni sindacali”.
Una delegazione di studenti, ricercatori, docenti e personale tecnico-amministrativo è rimasta fino alle ore 12 per presentare al Senato Accademico un documento (allegato di seguito) nel quale si richiedeva una presa di posizione sul DDL Gelmini, che nel corso della seduta il Senato ha provveduto a disporre (ma che al momento non è ancora disponibile per la pubblicazione).
L’assemblea ha inoltre deciso che domani 15 dicembre alle ore 9 una delegazione presenterà un documento analogo al Consiglio di Amministrazione.
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Ai componenti del Senato Accademico
Abbiamo apprezzato il segno di solidarietà e siamo nuovamente in questa sede a chiedervi di unirvi a noi per dire NO alla distruzione del sistema pubblico di alta formazione e per ribadire che l'Università italiana è una ricchezza ed un'opportunità per l'intero Paese.
Il DDL sull’Università è stato approvato alla Camera nonostante la grande mobilitazione degli Atenei e delle Scuole dell’intero Paese, con la partecipazione di tutte le componenti: studenti, professori, ricercatori, precari, dottorandi, lettori-CEL, tecnico-amministrativi.
Il DDL è stato approvato in un contesto politico di estrema incertezza, con una Maggioranza divisa e un Governo debole, che ha scelto di impedire che si potesse liberamente manifestare davanti alla Camera, nonostante l’autorizzazione già concessa alle Organizzazioni Sindacali, e di creare, ingiustificatamente, un’ampia zona interdetta ai manifestanti.
Il Disegno di Legge approvato alla Camera, e che deve ora tornare al Senato, farraginoso e sostanzialmente inapplicabile, non risolve in alcun modo nessuno dei gravi problemi che affliggono l’Università italiana. Infatti esso aumenta ulteriormente di fatto il potere del Rettore e del Consiglio di Amministrazione, aumenta a dismisura e istituzionalizza il precariato, peggiora ulteriormente i meccanismi di reclutamento e di avanzamento di carriera accentuando il localismo. In particolare, introduce un sistema di governo degli Atenei e del Sistema universitario che riduce ulteriormente l’autonomia e la democrazia nell’Università.
Il DDL:
- riduce l’accesso all’Università degli studenti e dei docenti-ricercatori necessari alle esigenze di crescita culturale, sociale ed economica del Paese;
- vanifica di fatto il diritto allo studio;
- espelle dall’Università intere generazioni di studiosi precari che hanno dedicato, spesso senza alcun riconoscimento dei risultati raggiunti, tanti anni alla ricerca e all’insegnamento;
- non assicura gli strumenti necessari all’indispensabile ricambio generazionale.
Per tutti questi motivi, nell’interesse dell’Università e del Paese, chiediamo al Senato della Repubblica di non approvare un DDL rifiutato dal mondo universitario e al Governo di aprire, come più volte e da tempo richiesto, una discussione pubblica sull’Università italiana e sulle sue reali necessità.
Per oggi sono stati convocati i Capigruppo del Senato per decidere sui tempi della discussione e della votazione del DDL. Le Organizzazioni Sindacali dell’Università, se i Capigruppo dovessero decidere il proseguimento dell'iter del DDL, promuoveranno un presidio davanti al Senato per il giorno dell'inizio della discussione e indiranno uno sciopero in tutti gli Atenei.
È oramai più che evidente che si vuole demolire definitivamente l’Università pubblica, autonoma, democratica, di qualità e aperta a tutti.
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