Indagine IRES e FLC CGIL sulla qualità del lavoro nelle scuole modenesi
Carichi di lavoro sempre maggiori e poco apprezzamento da parte dei dirigenti scolastici e della società.
E’ stata presentata il 17 aprile in conferenza stampa a Modena l’indagine dell’Ires Cgil Emilia Romagna “La qualità del lavoro nelle istituzioni scolastiche in provincia di Modena” promossa dal sindacato FLC CGIL Modena. L’indagine ha coinvolto 500 lavoratori, 8 su 10 sono insegnanti, 1 su 10 è collaboratore scolastico. Quasi 9 su 10 sono donne e l’età media è 51 anni. Le istituzioni scolastiche più rappresentate sono la scuola primaria (35,7%) e la scuola secondaria di secondo grado (33,5%). Questi e altri dati sono stati illustrati da Claudio Riso segretario FLC CGIL Modena e Assunta Ingenito ricercatrice dell’Ires Emilia Romagna, che hanno anche evidenziato i temi principali emersi, quali la fatica mentale delle lavoratrici, i ritmi di lavoro e la specializzazione delle attività, a fronte dello scarso apprezzamento dei dirigenti scolastici e della società per il lavoro svolto.
Viene infatti messo in luce un sentimento di scarso "prestigio sociale" che i docenti vivono nel quotidiano“ assieme ad altri punti critici delle scuole della provincia.
Lavoratori e lavoratrici denunciano di essere oberati da incarichi sempre maggiori e specifici, quindi stressati, mentre il proprio lavoro - che considerano una missione sociale - viene scarsamente riconosciuto non solo dai superiori, ma dalle famiglie e dalla società in generale.
Dalle risposte degli addetti emergono anche preoccupazioni per il futuro, legate in particolare a basso reddito e conciliazione dei tempi vita-lavoro. Nel dettaglio, è soprattutto la fatica mentale, collegata agli elevati carichi di lavoro, ad essere maggiormente rilevata, soprattutto dalle donne, i dirigenti e i docenti. La fatica fisica ha ottenuto nel complesso un punteggio più basso, con l'eccezione dei collaboratori scolastici delle scuola dell'infanzia che l'avvertono maggiormente.
Lo stress da lavoro correlato è dovuto al divario tra programmabilità e carico di lavoro: 8 risposte su 10 affermano che negli anni sono aumentati la fatica mentale e i ritmi di lavoro, e sette su 10 la specializzazione delle attività. In circa il 70% dei casi, però le richieste dei dirigenti o degli studenti e delle famiglie sono congrue rispetto alle capacità possedute. A soffrire è sopratutto il personale più anziano, abituato a differenti modelli organizzativi e di relazione con le famiglie.
I lavoratori e soprattutto i docenti percepiscono poi il proprio lavoro come poco riconosciuto dal dirigente scolastico e, soprattutto, dalla società. E’ questo a fare più male al personale della scuola, che senza distinzione ha una visione come missione sociale del proprio lavoro. Infine circa il 60% degli intervistati si dichiara abbastanza o soddisfatto delle proprie condizioni di lavoro. L'insoddisfazione, nei rapporti con il dirigente e i colleghi, è massima nella scuola primaria e minima in quella per l'infanzia.
Si allega abstract dell’indagine
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