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Università di Bologna, sindacati e RSU assenti all'inaugurazione dell'anno accademico

Le Organizzazioni sindacali ed i rappresentanti del personale tecnico amministrativo disertano la cerimonia di inaugurazione di sabato 24 gennaio 2009.

24/01/2009
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Nella lettera che pubblichiamo di seguito sono riportate le motivazioni alla base della decisione delle Organizzazioni Sindacali e della la RSU dell'Università di Bologna, di non partecipare alla cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2008/2009.

Roma, 24 gennaio 2009
_____________________

FLC CGIL, CISL Università, UIL PA-UR, RdB, UdB
RSU lavoratori Tecnici Amministrativi dell'Università di Bologna

Al Magnifico Rettore
ai componenti gli Organi Accademici
ai docenti, ricercatori, personale tecnico amministrativo, studenti,
dell’Università di Bologna
Ai cittadini di Bologna e delle sedi Universitarie della Romagna

OGGETTO: le Organizzazioni sindacali ed i rappresentanti del personale tecnico amministrativo non partecipano, sabato 24 gennaio, all'inaugurazione dell'Anno Accademico 2008-2009 dell'Università di Bologna- Alma Mater Studiorum

le Organizzazioni Sindacali e la RSU dell'Università di Bologna, come ogni anno invitate formalmente alla inaugurazione dell'anno accademico 2008-2009 e alla designazione di un rappresentante chiamato ad intervenire a nome del personale tecnico-amministrativo, hanno unanimamente deciso di non partecipare alla cerimonia.

Questa scelta inusuale deriva da un insieme di motivazioni dettate da una gravità senza precedenti della situazione nazionale e locale che riassumiamo nelle motivazioni che seguono:

  • Di fronte al pesante attacco al ruolo dell'intero sistema della conoscenza nel nostro Paese deciso dall'attuale Governo, attraverso un taglio senza precedenti dei finanziamenti pubblici alle Università, come quello pesantissimo programmato al Fondo Finanziamento Ordinario nei prossimi anni, l'Università di Bologna, al pari di altre, si è limitata inizialmente ad una semplice presa d’atto.

  • Di fronte alla proposta, avanzata immediatamente da quasi tutte le OOSS presenti in Ateneo, di costruire un fronte comune per contrastare le decisioni del Governo o, quantomeno, contenerne gli effetti più devastanti, l'Università di Bologna, senza nemmeno premurarsi di dare una risposta formale, ha preferito perseguire la strada di un negoziato individuale che può solo indebolire la capacità di reazione del sistema universitario nel suo complesso.

  • Di fronte all'attacco alle Università pubbliche ed al diritto allo studio, costituzionalmente sancito, operato attraverso la possibilità di trasformazione delle Università in fondazioni di diritto privato non abbiamo colto, come richiesto, un segnale concreto di dissenso.

  • Di fronte alle inevitabili conseguenze negative per il funzionamento dell’Università derivanti dalle forti limitazioni al ricambio (turn-over) del personale docente e tecnico-amministrativo contenuta della Legge 133/08 e dal decreto 180/2008, congiunte al richiamato taglio delle risorse economiche, le scriventi non hanno riscontrato iniziative adeguate di contrasto. Riteniamo infatti illusorio pensare che singole Università od un numero ristretto di esse, comprese quelle economicamente "virtuose" come nel caso dell’Università di Bologna, possano “salvarsi” prescindendo dal pesante quadro nazionale determinatosi.

  • Di fronte ai tagli decisi dalla Legge 133/08 relativamente alle risorse economiche per il rinnovo dei contratti integrativi di Ateneo del personale Tecnico Amministrativo (riduzione del 10% annuo per i prossimi tre anni), nessuna voce si è levata per chiedere un cambiamento di rotta o perlomeno una omogeneità di trattamento rispetto al personale docente.

  • Di fronte alla richiesta, avanzata formalmente dalle scriventi, ma anche fortemente invocata da una larga rappresentanza di docenti, ricercatori, personale tecnico-amministrativo e studenti intervenuti nella foltissima assemblea tenutasi il 24 Ottobre nell'Aula Magna di S. Lucia, di trasformare la cerimonia di apertura in un momento di riflessione assieme alle istituzioni ed ai cittadini, collocandola nel cuore di Bologna, non è pervenuta alcuna risposta. Riteniamo si sia perduta, in tal modo, l'occasione di dare un segnale straordinario all'esterno, capace di far prendere coscienza alla Città dell’impatto che le decisioni prese del Governo avranno sul nostro territorio intrecciandosi perversamente con la gravissima crisi economica in atto nel ridimensionamento delle prospettive di competitività del nostro territorio.

  • Per quanto riguarda la più volte promessa estensione dell’elettorato attivo al personale tecnico- amministrativo nella elezione del Rettore, possibilità peraltro vigente da tempo in quasi tutti gli Atenei Italiani e nonostante le ripetute dichiarazioni in tal senso del Magnifico Rettore, ad oggi nessuna decisione è stata presa, dando ancora una volta un segnale negativo e di scarsa considerazione a quasi la metà del personale che opera all'interno dell'Università di Bologna. La sensazione largamente diffusa presso il personale tecnico amministrativo di non essere considerato a pieno titolo parte integrante della comunità universitaria è ulteriormente rafforzata dalle difficoltà sovente opposte a tutti i livelli ad una sua effettiva valorizzazione.

Per tutti questi motivi le scriventi Organizzazioni Sindacali e la Rappresentanza Sindacale Unitaria del personale tecnico amministrativo si assumono la responsabilità di non partecipare alla cerimonia di apertura dell'anno accademico 2008-2009 dell’Università di Bologna e continueranno a tutti i livelli a lottare in difesa del diritto costituzionale allo studio, per l’eguaglianza dei cittadini e per lo sviluppo della persona umana.

Bologna, 22 gennaio 2009

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