Università di Bologna: manifestazione di ricercatori e docenti precari
La Rete dei ricercatori precari, FLC CGIL, ADI Bologna e Link-Studenti Indipendenti chiedono fondi adeguati per l’Università e un futuro dignitoso ai suoi studenti e lavoratori.
Dottorande/i, assegniste/i di ricerca, borsiste/i, professoresse/i a contratto, ricercatrici e ricercatori, studentesse e studenti dell’UniBo, contemporaneamente a colleghi di tutta Italia, sono scesi oggi in piazza per denunciare come, ancora una volta, nella legge di bilancio non sia previsto alcun miglioramento per combattere il precariato accademico.
La manifestazione, convocata dalla Rete dei ricercatori precari, FLC CGIL, ADI Bologna e Link-Studenti Indipendenti, è partita sotto le Due Torri, ha attraversato via Rizzoli, Piazza del Nettuno (dove ha tra l’altro raccolto la solidarietà dei lavoratori della ex Bredamenarini in presidio, anch’essi in attesa di risposte concrete dopo le tante promesse del Governo), Via Indipendenza, per poi concludersi al Rettorato di Via Zamboni.
Qui i manifestanti hanno chiesto e ottenuto di incontrare il Rettore Vicario Mirko Degli Esposti, al quale hanno consegnato un documento con le ragioni della protesta, e chiesto anche all’Ateneo di Bologna di attivare da subito un confronto sulla drammatica situazione della precarietà accademica e sugli strumenti da mettere in campo per contrastarla.
Il pessimo stato di salute in cui versa il nostro sistema universitario non è frutto del caso. L’Università italiana infatti è stata trasformata in un laboratorio delle politiche di austerity, che l’hanno resa l’emblema di un Paese in declino che si regge solo grazie allo sfruttamento del lavoro. Negli ultimi vent’anni, le riforme a costo zero, i continui tagli e le numerose strategie di privatizzazione non solo hanno reso sempre meno accessibile l’istruzione universitaria, ma hanno anche fatto impennare il numero dei precari. Questi ultimi, tra cui i docenti a contratto pagati meno di 10€ lordi l’ora, hanno oramai raggiunto il 58% del personale accademico, mentre il personale strutturato è calato del 25% dal 2008 a oggi.
Tutto ciò è inaccettabile.
Non crediamo più alla favola secondo cui il precariato sia solo frutto di un meccanismo inceppato e non ci siano risorse da investire. I numeri ci dicono altro. È evidente che ciò che manca è la voglia di pagare equamente il lavoro di chi da anni sta portando avanti la didattica e la ricerca dell’Università.
Al Governo chiediamo dunque di aumentare fin da subito i finanziamenti, per superare il precariato e riportare l’Università all’altezza delle sfide che questo Paese si trova a fronteggiare.
Per questo come Rete dei ricercatori precari, FLC CGIL, ADI Bologna e Link-Studenti Indipendenti ci siamo uniti per dare vita e voce a una proposta che garantisca fondi adeguati per l’Università e un futuro dignitoso ai suoi studenti e lavoratori tutti, di oggi e di domani.
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