La FLC CGIL di Bologna incontra i rappresentanti degli studenti dell'Università
Seminario regionale sul sistema Università.
A cura della FLC CGIL di Bologna
Nell'ambito della settimana di mobilitazione nazionale in tutti gli Atenei promossa dalla FLC CGIL nazionale, il 26 novembre 2013, le RSU e i comitati iscritti della FLC alla presenza della segretaria generale regionale Raffaella Morsia hanno incontrato i rappresentanti degli studenti dell'Università di Bologna in occasione del seminario regionale "Il sistema Università".
Gli studenti ci hanno consegnato la lettera che presenteranno nel Consiglio di Amministrazione di Unibo sui tagli dei fondi premiali agli Atenei.
Abbiamo poi affrontato i seguenti argomenti:
- "le emergenze del sistema universitario: dal sottofinanziamento alla beffa dei punti organico"
- "le politiche del reclutamento, l’offerta formativa e la programmazione negli Atenei".
Di seguito evidenziamo alcuni punti della lettera degli studenti con le loro rivendicazioni:
Il Fondo di Finanziamento Ordinario delle università ha visto una riduzione drastica - che tocca picchi del 7,8% tra il 2012 e il 2013 - negli ultimi anni. La logica con la quale viene attribuita una quota premiale in base al “merito” delle università rappresenta, a nostro parere, è un ulteriore strumento per premiare chi rispetta i criteri stabiliti dall'ANVUR e penalizzare le università in difficoltà.
Il nostro Paese dovrebbe ricominciare a investire in maniera seria e determinata sul sistema universitario pubblico, riconoscendo l'importanza di un percorso di formazione di alta qualità e soprattutto aperto a tutti.
Non condividiamo la logica per la quale il Ministero sceglie di premiare e permettere la crescita degli Atenei considerati virtuosi ed abbandona al proprio triste destino gli altri, soprattutto nel momento in cui le difficoltà che ogni università incontra in questi anni nascono dai tagli lineari attuati dal duo Tremonti-Gelmini ormai cinque anni fa.
In seguito a tali politiche infatti, gli Atenei italiani hanno visto ridursi il loro finanziamento pubblico dovendo così porre rimedio alla situazione disastrosa tramite l'aumento della contribuzione studentesca - che non può superare il 20% del FFO, nonostante i ripetuti tentativi di abolizione di questo tetto massimo e sotterfugi per non rispettarlo - ed una ricerca sregolata di finanziamenti esterni che portano ad un lenta e graduale privatizzazione dell'Istruzione.
Per potere pensare di premiare i più meritevoli, bisogna garantire a tutti gli Atenei gli strumenti per poter raggiungere un livello minimo di prestazioni stabilito su scala nazionale e solo allora premiare, ridefinendo i criteri di valutazione, chi effettivamente si impegna maggiormente per il miglioramento del sistema formativo italiano.
Dobbiamo uscire dalla logica di merito dominante in Italia negli ultimi anni, quella logica che premia i più furbi e i più fortunati e non i più meritevoli e reinvestire nel mondo della conoscenza e nel sistema formativo nel suo complesso, prevedendo maggiori fondi per il diritto allo studio, per la mobilità nazionale ed internazionale, e per un orientamento efficace al mondo della formazione e al mondo del lavoro.
Accanto a queste riforme economiche si deve ricominciare a parlare di pubblico e vedere in questo l'unico modo per garantire una democrazia reale in un Paese europeo come dovrebbe essere l'Italia; all'interno di questa riforma culturale è determinante aiutare ogni giovane a diventare non solo studente o lavoratore ma cittadino a tutto tondo: non solo cittadino italiano, ma cittadino europeo libero di poter scegliere di costruire autonomamente il suo futuro senza limitazioni di alcun tipo. Dobbiamo ripartire dalla convinzione che la creatività e le potenzialità dei giovani che vivono nel nostro Paese - italiani e non - va coltivata e stimolata e non repressa o cacciata. Dobbiamo ripartire dalla volontà di cambiare direzione e smettere di andare contro mano anche rispetto alla strada che stanno percorrendo altri paesi della nostra Unione Europea.
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