“Tutto va bene nella scuola campana!”. Ma è proprio così?
Lettera aperta dei sindacati scuola della Campania al Ministro Stefania Giannini.
A cura della FLC CGIL Campania
Il Ministro Stefania Giannini viene a Napoli in una scuola di Barra. Nessun approccio problematico alla realtà campana. Tutto va bene. Ma i dati che abbiamo noi dicono il contrario. Continua riduzione di organici, aumento dei carichi di lavoro con burocratizzazione spinta in nome del totem della meritocrazia, progressioni economiche e contratto bloccati da 7 anni, regole della mobilità stravolte da ignote schiere di costruttori di algoritmi che mandano lontano chi ha più punti e, giusto per rendere più doloroso l'esodo di migliaia di lavoratori, in regioni limitrofe chi ha meno punti! Fino ad arrivare a una definizione di organico di fatto che ha del paradossale: nessun posto in più per le classi pollaio, nessun posto per i diversamente abili (900 alunni senza sostegno ad oggi), addirittura oltre 200 posti in meno nella secondaria di secondo grado. Senza contare che l'educazione degli adulti, le scuole carcerarie e le sezioni ospedaliere, rimarranno senza docenti: della serie levare l'unico strumento di concreta emancipazione sociale a chi ne avrebbe più bisogno. Il Sud è stata una discarica ambientale in questi anni, ma al peggio non c'è mai fine...
Qui di seguito la lettera aperta al Ministro Giannini delle segreterie regionali di FLC CGIL, CISL Scuola e UIL Scuola Campania.
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Dilettanti allo sbaraglio,
ovvero
"E' gghjuta a pazziella ‘mmane e’ criature".
È di oggi la sua dichiarazione, in visita in una scuola di Napoli: “TUTTO VA BENE NELLA SCUOLA CAMPANA!”
Evidentemente non è a conoscenza che 2.000 docenti campani della primaria sono costretti a lasciare classi avviate e continuità didattica, per essere sbattuti a centinaia di chilometri di distanza, all'“urlo” della buona scuola.
L'algoritmo dell'esodo rimane ancora misterioso, la trasparenza latita, tutto in netto contrasto con i diritti di graduatoria e di legge.
La vera buona scuola campana ha invece urgente necessità di almeno 3.000 posti aggiuntivi per tutti gli ordini e gradi e per il sostegno, senza dimenticare, come al solito, le esigenze di personale ATA nelle scuole.
E invece bisogna fare i conti con i tagli imposti dal Ministero, che in organico di fatto comportano un ulteriore riduzione. Tutto si tradurrà in classi sovraffollate, alunni diversamente abili esclusi dal diritto allo studio, azzeramento dell'educazione degli adulti, delle scuole carcerarie e ospedaliere e senza adeguati servizi amministrativi, tecnici e ausiliari.
È questa la buona scuola che dovrebbe far ripartire il Paese?
No, questa è una scuola povera, malfunzionante, che mortifica tutte le professionalità (ATA, docenti e dirigenti) e soprattutto non garantisce l'istruzione pubblica dettata dalla Costituzione, quella che dovrebbe assicurare emancipazione sociale, inclusione e diritto di cittadinanza.
Napoli, 2 agosto 2016
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