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Università del Sannio, proseguono le iniziative contro i provvedimenti del governo

Approvata una mozione dalla Facoltà di Scienze Economiche e Aziendali.

04/12/2008
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Pubblichiamo di seguito la mozione sui recenti provvedimenti legislativi sull'Università, che la Facoltà di Scienze economiche e aziendali dell'Università del Sannio ha approvato nella riunione del Consiglio del 19 novembre 2008.

Roma, 4 dicembre 2008
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Testo della mozione

La Facoltà di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università del Sannio esprime una netta opposizione ai recenti provvedimenti legislativi sull'Università, associandosi alle proteste ampiamente diffuse nel Paese.

L'Italia spende meno dell'1% del reddito nazionale per il finanziamento delle università e della ricerca e si colloca al di sopra della media OCSE come quota dei fondi privati; la legislazione recentemente varata non inverte tale tendenza ma persevera nell’indebolimento dell'Università pubblica e nell’apertura, per ora senza criteri e disciplina, ai fondi privati. Viene infatti ridotto il già esiguo Fondo per il Funzionamento ordinario; si limita ulteriormente il turn over del personale; si mina il sistema pubblico universitario anche con la previsione della possibile trasformazione delle Università in Fondazioni private. Gli effetti delle scelte governative saranno gravi e peseranno negativamente sulla produttività e la competitività internazionale della nostra ricerca, sui giovani studiosi, costretti ad un precariato ancora più estenuante e ad una migrazione anomala verso strutture estere, sugli studenti che subiranno una ulteriore contrazione dei servizi ed un incremento delle tasse universitarie, sulle università meridionali che hanno scarse opportunità di acquisire finanziamenti esterni per le difficili condizioni del contesto socio-economico in cui operano.

La linea governativa è confermata dal recente decreto n. 180 del 2008, risultando complessivamente ribadite le scelte relative a risorse e turn over. Il reclutamento della docenza, come molte altre parti della disciplina universitaria, devono essere sicuramente rivisitate, al fine di migliorare la trasparenza, l’efficienza e la qualità del sistema della ricerca e della didattica, e garantire selezioni fondate sulle capacità scientifiche e didattiche dei candidati; ma il decreto, lungi dall’affrontare organicamente la tematica, come del resto è auspicato nel documento denominato “Linee guida del Governo per l’Università”, adottato dal Ministro in data 6 novembre 2008, prevede un sistema di composizione delle commissioni farraginoso, che paralizza tra l’altro le procedure comparative già da molto tempo bandite.

La Facoltà di Scienze economiche e aziendali pertanto:

  • auspica un ripensamento organico della politica pubblica sulla formazione e la ricerca universitaria, anche attraverso un'adeguata discussione con le istituzioni rappresentative dell'università e della ricerca e con tutte le forze politiche e sociali, finora marginalizzate dal metodo decisionale scelto dal governo;

  • osserverà con grande attenzione, e sosterrà, inoltre, le iniziative di studenti, docenti e tecnici amministrativi che, nel rispetto della legge, del pluralismo e del diritto allo studio, e con metodo democratico, rinnovino l'invito a una nuova direzione delle politiche per l'Università e servano ad approfondire il dibattito sui problemi e sulle soluzioni atte a rilanciare il sistema universitario nell'interesse del Paese.

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