Università del Sannio, confronto a tutto campo per respingere il DDL Gelmini
Il resoconto dell'assemblea del 23 giugno 2010.
Straripante a ssemblea il 23 giugno presso la Facoltà d'Ingegneria dell' Università degli Studi del Sannio. Il blocco degli esami dal 15 giugno, un avviso sulla bacheca elettronica di Facoltà, e Facebook hanno fatto il miracolo: l'aula G12 di Palazzo Giannone non è riuscita a contenere quanti hanno voluto partecipare all'assemblea, e tanti sono rimasti fuori nei corridoi.
È stato evidenziato come il sistema universitario, sottoposto da tempo a valutazione da parte degli studenti e del Ministero, subisca la ripetuta accusa mediatica di autorefenzialità che reiterata all'infinito serve a giustificare tagli immotivati che nessuna nazione europea, pur nella difficoltà della crisi, ha adottatto per il sistema pubblico d'istruzione nel suo insieme.
Un grazie va ai docenti d'Ingegneria che hanno risposto al richiamo dei ricercatori, colpiti più direttamente dal disegno di legge Gelmini e insieme hanno bloccato gli esami. Per i ricercatori si prospetta un rapporto di lavoro a tempo determinato al massimo per 3 anni rinnovabili una sola volta; ciò significa che dopo 6 anni tutti i ricercatori che non saranno riusciti ad avere una cattedra da professore, verranno espulsi dall'università.
La forma di protesta compatta dei docenti d'Ingegneria che non è contro gli studenti, come hanno tenuto a precisare tutti i docenti presenti, è servita a sensibilizzare la società civile rispetto all'attacco immotivato che sta subendo il sistema pubblico universitario con tagli alle risorse umane e finanziarie che penalizzano maggiormente le università piccole, giovani e del sud.
Uno studente sannita costa 2.500 € che è la metà di quanto costa, mediamente, uno studente italiano, e meno di un terzo degli 8.500 € che in media costa uno studente europeo: per chi è nato "piccolo" togliere anche un filo d'aria significa l'asfissia. L'Università del Sannio con questa "cura" in un sistema, che il disegno Gelmini vorrebbe regionale, rischierebbe l'annessione o, peggio, la soppressione. Sarebbe un duro colpo per l'economia del territorio e per quanti hanno lavorato perché si determinasse un'occasione di sviluppo e l'opportunità di seguire studi universitari per quei ragazziche non avrebbero avuto la possibilità di andare altrove a laurearsi, e realizzare così quell'ascensore sociale previsto nella Costituzione.
Si è costruito un confronto a tutto campo tra docenti, studenti, personale tecnico amministrativo, forze sociali per affrontare insieme problemi quali: diritto allo studio (tasse, trasporti, mense, residenze, borse di studio), assunzioni, passaggi di carriera,turn over (5 out 1 in), laboratori, biblioteche, stipendi... e diritti.
Un'opportunità da non disperdere: è un peccato per chi non c'era. E domani nuova assemblea dei docenti per fare il punto sulla incisività della protesta messa in atto e per trovare anche forme diverse di contrasto al disegno governativo. Stesso obiettivo per gli studenti. Superare gli egoismi, i personalismi, con la pratica del dialogo, del confronto, della condivisione può farci vincere tutti. Nessuno pensi: non tocca a me, o non mi tocca. Siamo tutti coinvolti.
Roma, 24 giugno 2010
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