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VIDEO | Scuola, Fracassi (Cgil): “La riforma 4+2 non ci convince”

Intervistata dal direttore della Dire: "E' un'operazione di lettura congiunturale, una risposta sbagliata"

28/01/2025
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Agenzia Dire

ROMA – In merito alla “sperimentazione della filiera tecnologico-professionale, il ministro ci sta provando dallo scorso anno e non ci convince per varie ragioni. L’operazione che viene fatta è sostanzialmente quella della riduzione di un anno della scuola superiore, ma questo non riguarda solo le scuole tecniche e quelle professionali. L’obiettivo del Governo e della maggioranza è ridurre anche i licei a 4 anni. C’è già un disegno di legge presentato in Parlamento che va in questa direzione”. Lo dichiara Gianna Fracassi, segretaria generale della Federazione lavoratori della conoscenza della Cgil, intervistata dal direttore dell’agenzia Dire, Nico Perrone.

“La riforma- prosegue Fracassi- non ci convince perché, a nostro parere, oltre a ridurre il numero degli anni e dare meno scuola ai ragazzi e ragazze, fa un’operazione di lettura congiunturale di quello che c’è bisogno in un determinato territorio, senza dare competenze forti per affrontare un processo di grandissima trasformazione, non solo nel mercato del lavoro, ma anche negli assetti produttivi. È una risposta sbagliata a un tema importante, cioè come la scuola italiana può rispondere e quali sono i bisogni, dal punto di vista economico e democratico, che il Paese ha. La risposta è sbagliata e favorisce anche l’ingresso nel sistema scolastico dei privati e delle imprese, e questo credo non vada bene”

“LA VENDITA DEI TITOLI DI STUDIO E’ UN MERCIMONIO GRAVISSIMO”

“Stiamo facendo una battaglia per contrastare un’illegalità diffusa, un mercimonio presente nei nostri settori, in particolare nella scuola, e che ha tre vittime: la qualità del sistema pubblico; studenti e studentesse; i precari che sono obbligati, per il meccanismo dei punti, ad accumulare continuamente titoli di studio. In questo quadro, c’è chi se ne approfitta e vende titoli falsi. Tutto questo è gravissimo perchè sono coinvolti alcuni soggetti che ricevono risorse pubbliche, penso alle scuole paritarie collegate a centri di formazione, che non solo vendono titoli, ma acquistano titoli di servizio”. Lo dichiara Gianna Fracassi, segretaria generale della Federazione lavoratori della conoscenza della Cgil, intervistata dal direttore dell’agenzia Dire, Nico Perrone.

“Noi- prosegue la segretaria- abbiamo inviato varie segnalazioni al ministero e abbiamo fatto nomi e cognomi. Si può intervenire, perché c’è un tema che riguarda chi deve fare cosa, e crediamo che i titoli di studio debbano tornare nell’esclusiva legittimità e possibilità di essere erogati dalle università statali e dal sistema pubblico. Capisco che ci siano degli interessi che legano soggetti vari, non solo nel nostro Paese, perché una parte di questi titoli, quelli per il sostegno agli alunni con disabilità, vengono e sono stati acquisiti all’estero. Tutto questo la dice lunga su quanto siano forti gli interessi. Poi c’è una parte che riguarda alcune università telematiche, non tutte, che lucrano perché propongono la possibilità di prendere, in 15 giorni, 30 crediti formativi universitari. La partita deve essere oggetto di una forte regolamentazione, per contrastare un meccanismo che vede interessi di soggetti che possiamo definire criminali”.

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