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unità: Noi ragazzi del 2006 e la libertà della conoscenza

Oggi centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi scenderanno in piazza in oltre cento città

17/11/2006
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l'Unità

Samuele Mascarin*
Fausto Raciti**

Oggi centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi scenderanno in piazza in oltre cento città in occasione della Giornata internazionale di mobilitazione studentesca, rilanciata e promossa nel nostro Paese da Unione degli Studenti e Studenti di Sinistra. Da alcuni anni il 17 novembre è la data in cui in tutto il mondo le studentesse e gli studenti si mobilitano per il diritto allo studio e l'accesso al sapere. La Sinistra giovanile ha deciso di essere parte attiva e protagonista di questa grande mobilitazione: per la difesa dell'educazione pubblica, contro la privatizzazione del sapere, per l'affermazione e l'ampliamento dei diritti degli studenti. Per affermare con forza che non è possibile una società della conoscenza senza la libertà dei saperi, necessario strumento di cittadinanza e diritto di tutte e di tutti Tutto ciò naturalmente con la consapevolezza che questo importante appuntamento si colloca in un quadro in cui - con l'iter di approvazione della Finanziaria 2007 in corso - i temi del sapere sono nuovamente al centro del dibattito politico del Paese.
Da studenti possiamo oggi registrare un'importante e positiva novità proprio in riferimento alla Finanziaria 2007 e cioè l'innalzamento dell'obbligo dell'istruzione a 16 anni. Scelta forte non solo perché in prospettiva rende finalmente possibile una significativa diminuzione della dispersione scolastica nel biennio ed un aumento del tasso di scolarizzazione tra i 16 e 19 anni, ma anche perché scardina le "fondamenta ideologiche" del precedente impianto morattiano. Infatti la sospensione decisa dal Ministro Fioroni lo scorso giugno della cosiddetta sperimentazione ha evitato in extremis un'irreparabile frattura tra licei e istituti professionali ed oggi l'innalzamento dell'obbligo a 16 anni (e attenzione: parliamo di obbligo, non più dell'ambiguo diritto-dovere della Moratti) consente nei fatti di cancellare la parte centrale della "Riforma Moratti" e di garantire a tutte e a tutti di decidere a 16 anni del proprio futuro, senza che questo sia inevitabilmente condizionato e predeterminato dalle condizioni sociali ed economiche della famiglia di origine. Certo questo grande risultato e il generale cambio di impostazione politica e culturale che ha caratterizzato l'azione del Ministero della Pubblica Istruzione in questa nuova fase, non può impedirci di cogliere alcuni limiti che pure nella Finanziaria 2007 sono riscontrabili. Sentiamo il bisogno di una discontinuità altrettanto forte anche rispetto ai tagli e alle poche risorse assegnate a scuola, università e ricerca negli anni scorsi.
Chiediamo con forza che nella Finanziaria, nonostante il disastroso stato dei conti con cui il Governo e il Paese devono confrontarsi dopo la "finanza creativa" di Berlusconi e Tremonti, ci sia una chiara scelta di priorità, decisa, netta a favore del sistema dell'istruzione pubblica, della scuola e dell'università. Su questo indubbiamente si deve fare di più e di meglio. Il futuro del Paese si costruisce solo investendo sul diritto allo studio delle giovani generazioni, solo liberando il lavoro dalla precarietà e costruendo un nuovo welfare che dia ai giovani libertà di scelta e nuove opportunità di autonomia.
In questo contesto, a maggior ragione, dovrà sempre più trovare spazio e riconoscimento quel protagonismo studentesco che in questi anni ha dimostrato di non essere una formula tanto suggestiva quanto effimera, ma al contrario una componente essenziale delle dinamiche di partecipazione democratica che hanno caratterizzato una lunga stagione politica del nostro Paese, comprendendovi l'affermazione alle ultime elezioni politiche dell'Unione e in particolare dell'Ulivo tra le ragazze e i ragazzi chiamati al primo voto.
C'è infatti una generazione nuova, che ha i volti delle centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi che in questi anni hanno riempito strade e piazze e che oggi chiedono non solo di intervenire nella definizione delle priorità e della direzione del cambiamento, ma anche e soprattutto di essere parte attiva di quel cambiamento. Ragazze e ragazzi che - con un altro spirito e con un'altra agenda - oggi torneranno in tutto il Paese a riempire quelle strade e quelle piazze.
La Sinistra giovanile - che è parte tanto di questa generazione e quanto di questo movimento - sarà in quelle strade e in quelle piazze, con la convinzione che il sapere non è una merce e che la precarietà non è uno stile di vita… E con la convinzione, soprattutto, che una parte della propria credibilità e anche del proprio consenso il centrosinistra potrà mantenerlo, ed anche ampliarlo, se saprà cogliere l'opportunità di questa interlocuzione - generazionale oltre che politica - e saprà per l'appunto dare ad un'intera generazione un ruolo in quel processo di cambiamento del nostro Paese iniziato con le elezioni politiche dello scorso 9 aprile. La mobilitazione di oggi serve a tutto questo: a mettere al centro dell'impegno del Governo e del dibattito della società italiana il dirompente desiderio di futuro delle ragazze e dei ragazzi del nostro Paese.

*Responsabile Scuola
Sinistra giovanile nazionale
**Portavoce nazionale
Studenti di Sinistra


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