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Tuttoscuola-Confluenza dei percorsi/1: liceo classico e serie minori

Confluenza dei percorsi/1: liceo classico e serie minori La legge n. 53 del 2003 prefigura, se correttamente applicata, l'esistenza di un unico sistema educativo internamente articolato i...

21/11/2005
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Tuttoscuola

Confluenza dei percorsi/1: liceo classico e serie minori

La legge n. 53 del 2003 prefigura, se correttamente applicata,
l'esistenza di un unico sistema educativo internamente articolato in un
(sotto)sistema dei percorsi liceali (14-19 anni) e universitari (19-24
anni) e in un (sotto)sistema dell'istruzione e professionale secondario
(14-18 anni) e superiore (18-23 anni), all'interno del quale collocare
anche un apprendistato profondamente rinnovato. Ambedue i sottosistemi
sono previsti di pari dignita' educativa e culturale, e, soprattutto,
tra loro interconnessi al fine di assicurare e garantire i passaggi
degli studenti da un sistema all'altro.
E' quanto effettivamente viene realizzato dal decreto attuativo del
secondo ciclo (n. 226/05) predisposto dal Miur? No. Esso infatti, al di
la' delle parole contenute nella prima parte, ha intenzionalmente
disatteso questi obbiettivi nella seconda, quella dedicata ai piani di
studio. Vediamo perche'.
La pari dignita' tra i due (sotto)sistemi, infatti, e' scomparsa. Si
profila, invece, un percorso formalmente di serie A, gli otto licei, ma
sostanzialmente suddiviso in tre sottoserie gerarchicamente ordinate
tra loro. La prima (A1) vede un protagonista unico, il liceo classico,
il solo ritenuto degno di preparare, con la sua cultura tradizionale, a
tutte le facolta' universitarie. La seconda (A2) vede affollarsi i
licei non professionalizzanti senza indirizzi: i licei scientifico,
linguistico, delle scienze umane e coreutico-musicale. La terza (A3)
contempla i tre rimanenti licei vocazionali o professionalizzanti con
indirizzi: il liceo economico, tecnologico e artistico.
Questi ultimi licei intendono presentarsi, senza pero' esserlo e
soprattutto senza poterlo mai essere nemmeno in futuro, come gli eredi
della tradizione degli istituti tecnici e professionali che hanno
contribuito a costruire la forza economica del nostro paese e una
straordinaria risorsa per l'allargamento e l'universalizzazione della
formazione tra le giovani generazioni.
A fianco di questo percorso di A1, A2 e A3 che intenderebbe assorbire
l'80% delle leve giovanili, i decreti attuativi prevedono, inoltre, un
percorso residuale programmaticamente di serie B costituito
dall'istruzione e formazione professionale regionale, destinato tutto
sommato ai "falliti" del primo o, comunque, a chi gia' ora frequenta la
formazione professionale regionale.


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