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Supplenti, dopo il danno la beffa. Graduatorie "congelate" due anni

Il governo ha aggirato la sentenza della Consulta che fa cadere la legge voluta dalla Lega sull'inserimento dei precari. E per farlo la ha di fatto prolungata di un anno. Un esempio a Milano: la terza in graduatoria sarebbe precipitata, senza entrare in ruolo

13/02/2011
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la Repubblica

di Salvo Intravaia

Graduatorie dei supplenti: oltre al danno la beffa? Secondo la Cgil, sì. Tre giorni fa, la Consulta dichiara illegittimo, perché contro il principio di uguaglianza tra i cittadini italiani, il provvedimento voluto nel 2009 dalla Lega Nord che impediva a coloro che si trovavano in graduatoria in una certa provincia, di spostarsi col proprio punteggio in un'altra provincia. Con inserimento "a pettine", come dicono i tecnici. Ma ieri, cioè a poche ore dal pronunciamento dei giudici costituzionali, la stessa Lega ha fatto approvare un emendamento al decreto Milleproroghe che "congela" le graduatorie fino al 31 dicembre 2012, "fatti salvi gli adempimenti conseguenti alla declaratoria di illegittimità costituzionale".

Le graduatorie "protette" sarebbero scadute quest'anno e a settembre si sarebbe dovuto "liberalizzare" l'inserimento nelle liste dei supplenti. Secondo la Flc Cgil, l'emendamento approvato ieri, "è un atto razzista nei confronti del Mezzogiorno e intende violare la sentenza della Corte Costituzionale". La Gilda degli insegnanti per il momento si limita a darne notizia sul proprio sito, mentre le altre sigle tacciono. "L'emendamento della Lega Nord al milleproroghe  -  incalza Mimmo Pantaleo, segretario della Flc Cgil  -  approvato dalla commissione Bilancio, sul blocco delle graduatorie e l'impossibilità d'iscriversi nelle graduatorie d'istituto, in una provincia diversa da quella della permanente è un atto razzista: non si

può giustificare quell'emendamento con la necessità di nuove norme sul reclutamento". In realtà  -  conclude il sindacalista  -  s'intende stravolgere il sistema nazionale di reclutamento, violando le leggi". E chiede al Parlamento di non approvare quell'emendamento che rompe l'unità del Paese.

Ma l'emendamento che ha fatto saltare dalla sedia Pantaleo sembra introdurre un altro steccato: "l'impossibilità d'iscriversi nelle graduatorie d'istituto, in  una provincia diversa da quella della permanente". Una possibilità finora ammessa. Per comprendere bene i termini della questione occorre fare un piccolo passo indietro. Nella scuola, per i supplenti, ci sono due tipi di graduatorie: quelle "ad esaurimento" e le graduatorie "d'istituto". Le prime, a livello provinciale, vengono utilizzate per nominare i supplenti annuali (fino al 31 agosto) e fino al termine delle lezioni (il 30 giugno), ma anche per reclutare metà degli immessi in ruolo. Alle seconde ricorrono le scuole per le cosiddette supplenze "brevi", qualche giorno o qualche settimana.

In occasione dell'aggiornamento delle graduatorie "ad esaurimento", nel 2009, venne introdotto il divieto di spostarsi da una provincia all'altra: si poteva soltanto aggiornare il punteggio. Consentendo l'inserimento, ma soltanto "in coda", in altre tre province, diverse da quella di origine. Il meccanismo funziona in questo modo: se c'è una supplenza o un posto per le immissioni in ruolo in provincia di Milano, prima si scorre la graduatoria dei "locali" ed, esaurita questa, si ricorre alle graduatorie di coda.

Un piccolo esempio chiarirà tutto. Sempre in provincia di Milano, al terzo posto della graduatoria ad esaurimento c'è la milanese Claudia Fratesi, con 119 punti, nel frattempo entrata di ruolo perché nel capoluogo lombardo nel 2009 furono assegnati 119 posti. La prima della graduatoria "di coda", sempre all'elementare, è invece Soccorsa Mesiano di Vibo Valentia, con 185 punti, e subito dopo c'è  Graziella Casella di Palermo con 183 punti. Se non ci fosse stato lo sbarramento chiesto dalla Lega, in provincia di Milano, l'insegnante meneghina non avrebbe avuto molte possibilità. Perché inserendo "a pettine" anche gli insegnanti "di coda" la Fratesi sarebbe scivolata al 550° posto. E addio assunzione. Una situazione che, dati alla mano, si verifica nella maggior parte delle graduatorie del Nord. La legge dichiarata illegittima dall'Alta corte non fa ovviamente riferimento ad ambiti territoriali specifici, come il Nord o il Sud. Ma nei fatti penalizza i tanti docenti meridionali "in cerca di fortuna nella Padania".

In questi ultimi due anni, anche con le graduatorie "protette", diversi insegnanti meridionali sono riusciti a sbarcare il lunario nel settentrione: con le graduatorie d'istituto. Ma pare che l'emendamento bloccherà anche questa strada. Al momento, nessuno sa come intenda muoversi il ministero dell'Istruzione per dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale. Come ricordano da viale Trastevere, il comma abrogato "prevedeva non solo l'inserimento in coda per il biennio 2009/2010 e 2010/2011 in tre province oltre quella di appartenenza, ma anche l'inserimento a pettine in una sola provincia per il biennio 2011/2012 e 2012/2013". Il ministero promette di "adottare i provvedimenti necessari per garantire l'ordinario funzionamento della scuola e per offrire in ogni caso le maggiori occasioni di impiego ai docenti": Ma di liberalizzare le graduatorie, come chiede la consulta, non se ne parla.


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