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Siamo in emergenza però il rito di passaggio resta valido anche oggi

Luca Serianni

18/06/2020
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Il Messaggero

Mascherine, gel igienizzanti, distanziamento e tante incognite. Vada come vada, l'esame di maturità del 2020 sarà un'esperienza indimenticabile, non solo per gli studenti, chiamati in 500mila ad un maxi-colloquio. Il professore Luca Serianni, linguista e filologo di chiara fama, professore emerito di Storia della lingua italiana presso la Facoltà di Lettere della Sapienza a Roma, ci aiuta ad inquadrare la situazione, partendo da una triste certezza: «Oggi, la scuola e il suo avvenire non sono al centro dell'orizzonte della politica italiana».
Professore, sarà un esame di maturità indimenticabile?
«Siamo in una situazione d'emergenza, non dimentichiamolo. Credo fosse inevitabile dover rinunciare alla prova scritta, ma l'aver tenuto il punto sull'esame in presenza lo giudico un buon segnale da cui ripartire, anche simbolicamente». 
Un maxi-colloquio da un'ora. Basterà?
«Sono perplesso. Gli studenti partono dalla tesina, seguita dalla materia di indirizzo e ancora, l'esperienza scuola-lavoro e infine, le impressioni sul lockdown. Staremo a vedere quali saranno le reazioni dei docenti e dei maturandi. Mi sembra ci sia tanto da dire in troppo poco tempo».
La maturità è sempre stato un crocevia. Sarà così anche quest'anno, con le mascherine?
«Il rito di passaggio è ancora valido, certamente. Credo che il livello medio di preparazione degli studenti sarà, inevitabilmente, più basso, ma teniamo conto delle circostanze straordinarie. Del resto, quest'anno i maturandi sono stati tutti ammessi e difficilmente qualcuno verrà bocciato ma il voto finale avrà sempre una sua importanza per il futuro che li aspetta».
La scuola italiana: promossa o bocciata?
«I professori hanno fatto molto per offrire la migliore interazione possibile con i ragazzi in vista dell'esame ma non tutti gli studenti potevano contare sulla medesima infrastruttura tecnologica. Vede, sono state riaperte le discoteche, riparte il campionato di calcio ma sappiamo ben poco sull'avvenire della scuola e nel frattempo, i concorsi per i nuovi docenti, sono stati rinviati. È un problema cronico, alla ripartenza si dovrà puntare da subito sulle supplenze e a ciò si aggiungerà l'election day che irromperà ad inizio anno scolastico. La scuola ha un'importanza cruciale, dev'essere sostenuta».
Francesco Musolino


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