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"Se uno studente ha difficoltà deve recuperare a scuola"

L’intervista al professore di filosofia

05/01/2020
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la Repubblica

ROMA - Roberto Contessi insegna Filosofia al Liceo classico statale Giulio Cesare di Roma. Ha scritto il libro Scuola di classe e sulla questione delle ripetizioni dice: «Il bisogno dell’attività di recupero è talmente evidente che ha prodotto un fiorente mercato. Nella società dello scambio chi fornisce un’offerta adeguata soddisfa una domanda reale».

La scuola deve ancora prevedere le ripetizioni?

«Sì. Chi insegna non deve abbandonare chi apprende al suo voto insufficiente o alla sua incapacità pratica e teorica. Il vero punto è come e quando farle. Se le fai durante la mattina rallenti il programma e annoi i più capaci, se lo fai durante il pomeriggio molti docenti dicono che non è contemplato nel contratto.

Dunque, le ripetizioni si fanno il pomeriggio, negli spazi privati dei professori, a pagamento e quasi sempre esentasse. Non proprio edificante».

La soluzione?

«Ogni scuola dovrebbe prevedere una funzione di orientamento seria. Le strategie di recupero si possono attivare anche la mattina, in orario scolastico. Si possono formare in classe più isole di banchi e affidare ai ragazzi più capaci la funzione di allenare le difficoltà dei loro compagni.

Un’altra strada è quella delle classi parallele: redistribuire gli studenti di due classi in due nuovi gruppi per livello di abilità. A quel punto, un docente si dedica ai più deboli e un altro ai più capaci. Si torna alla classe originale quando la fase di recupero è terminata».

Si possono fare ripetizioni anche il pomeriggio.

«I registri elettronici oggi possono diventare un prolungamento del tempo scuola mattutino: si possono caricare materiali o aprire gruppi interattivi. Nel metodo di insegnamento tradizionale, purtroppo, il recupero è vissuto come un impaccio, un’onda anomala nel mare liscio del proprio insegnamento che dura un tempo definito».

Il ruolo dei siti specializzati?

«È positivo quando, come fa per esempio Reedoc, presentano percorsi in autoapprendimento attraverso forme di gioco: il gambling è interessante per chi ha difficoltà in matematica».


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