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Scuole, Locatelli: «Se riapriamo l’indice di contagio ben sopra l’1» Bonetti: «I centri estivi non ce li scordiamo»

In conferenza stampa il presidente del Consiglio superiore di sanità ha chiarito che si tratta solo di un suggerimento, e che sarà il governo a decidere. La ministra della Famiglia Elena Bonetti: «Oratori e campi estivi non ce li scordiamo»

24/04/2020
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Corriere della sera

Valentina Santarpia

È Franco Locatelli, il presidente del Consiglio superiore di sanità, a spiegare una volta per tutte perché non si possono riaprire le scuole a maggio, come ipotizzato in un primo momento dal ministero dell’Istruzione. «Riaprire le scuole vorrebbe dire riportare l’indice di contagio, l’R con Zero’, ben sopra l’1», mentre oggi quell’indice è tra lo 0,5 e lo 0,8, cioè sotto la soglia dell’1 che fin dall’inizio dell’epidemia era considerata strategica per la scelta del lockdown e delle restrizioni. Ovviamente, chiarisce Locatelli, si tratta di un suggerimento del Comitato tecnico scientifico e che la «scelta spetta al ministro e al governo». «La scelta di raccomandare e di mantenere le interruzioni» delle lezioni, ha spiegato però il presidente del Css, «è stata dettata dal fatto che la riapertura delle scuole in concomitanza con il ripristino delle attività produttive avrebbe comportato l’andare oltre, e non di poco, l’incide di R con zero oltre l’uno». E poi ha aggiunto: «L’estate la pensiamo come un momento di recupero delle attività ludico sportivo dei bambini va benissimo però scordiamoci i campi estivi e gli oratori. Questo deve essere chiarissimo».

Lo scontro

Ma la ministra per la Famiglia Elena Bonetti non accetta di buon grado lo stop di Locatelli: spinta dalle istanze dei genitori, stava proprio pensando a come allestire almeno centri estivi per bambini e ragazzi: «I genitori devono tornare a lavorare. Oratori e campi estivi non ce li scordiamo. Li organizziamo in modo sicuro per la salute di tutti. Del resto questa è la responsabilità della politica», risponde la ministra Bonetti a Locatelli. Indispettito anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella: «Evidentemente Locatelli - prosegue - non vive nel Paese reale come noi sindaci. Lo invito ad aver maggiore rispetto per le istituzioni e per chi governa con responsabilità milioni di persone. Bene ha fatto la ministra Bonetti a rispondergli a tono. Locatelli piuttosto si impegni ad indicare soluzioni a supporto delle decisioni del Governo e degli amministratori locali che hanno il dovere di governare il paese e le città». Una delle ipotesi è quella di allestire i centri estivi proprio nei locali scolastici, come suggerisce Luca Zaia, governatore del Veneto. «Portare grandi masse nelle aule- ha detto Zaia è un problema sanitario ma questa è una competenza dello Stato. Il governo potrebbe pensare a qualche altra modalità di utilizzo degli edifici per i minorenni come valvola di sfogo e aiuto alle famiglie». Si profila un nuovo scontro tra amministratori locali e governo? «Tutto ciò che verrà deciso in merito all’educazione e all’istruzione da zero a 18 anni non potrà funzionare, se non in coordinamento con i Comuni», scrive il presidente di Anci Lombardia, Mauro Guerra.

Le tappe

Nell’ultimo decreto emanato da viale Trastevere, venivano ipotizzate due strade possibili: quella della riapertura il 18 maggio, e quella della riapertura a settembre. Ma col passare dei giorni, e il propagarsi dell’epidemia, la ministra Lucia Azzolina ha capito che non si poteva rischiare e ha annunciato che le scuole avrebbero riaperto solo a settembre. L’unico spiraglio per ora resta quello dell’esame orale di maturità, che in tanti, seguendo l’appello di Paolo Giordano sul Corriere, vorrebbero in presenza. Le esigenze di sicurezza si scontrano con quelle dei genitori, che a maggio dovranno tornare probabilmente in massa sui posti di lavoro:


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