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ScuolaOggi: Un'opposizione senza confini

La mozione approvata dall'assemblea regionale siciliana dove, guarda caso, è in carica un governo basato sostanzialmente sulle stesse forse che sostengono Berlusconi. E qui sono tutti contro.

15/11/2008
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ScuolaOggi

Quando Maria Stella Gelmini fece il suo esordio come ministro noi fummo tra coloro che apprezzarono come positive le sue aperture a governare la scuola italiana cercando il massimo consenso. Ma col passar dei mesi e con i successivi atti di governo a poco a poco si rivelò ben altrimenti da come aveva esordito. Così oggi la Gelmini è diventata il bersaglio delle critiche più radicali: non si ricorda ministro della scuola che abbia creato un fronte così ostile. E non solo tra chi ha votato contro la sua maggioranza. Ne è prova la mozione approvata dall'assemblea regionale siciliana dove, guarda caso, è in carica un governo basato sostanzialmente sulle stesse forse che sostengono Berlusconi. E qui sono tutti contro, anche i partiti alleati a livello nazionale. E per documentare questa situazione riportiamo in testo integrale della mozione bipartisan.

MOZIONE APPROVATA

NELLA SEDUTA N. 30 DELL'8 OTTOBRE 2008

L'ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA

PREMESSO che:

la legge 6 agosto 2008, n. 133, art. 64, prevede

un taglio di 7 miliardi e 832 milioni sui capitoli

del Ministero dell'istruzione, dell'università e

della ricerca;

in particolare, si prevede un taglio di circa 87

mila posti di personale docente e di 42 mila

personale non docente;

nella medesima legge è previsto, altresì,

l'accorpamento delle istituzioni scolastiche con un

numero di alunni inferiore a 500 unità;

complessivamente i dati relativi ai tagli per il

triennio 2009/2011 avrebbero effetti devastanti

sull'intero sistema scolastico siciliano: 15 mila

posti di lavoro nei prossimi tre anni;

l'ipotesi di chiudere i plessi con meno di 50

studenti porterebbe a privare gli alunni dei piccoli

centri del diritto allo studio, nonché ad un

inaccettabile e ulteriore abbandono dei nostri

comuni montani;

le istituzioni scolastiche sottodimensionate di

cui si prevede la soppressione sono 506;

CONSIDERATO che:

la scuola, nella nostra Regione rispetto alle

altre regioni più ricche, è spesso, l'unico punto di

riferimento per le famiglie e le giovani

generazioni, al cospetto del vuoto di interventi

sociali che li circonda;

la scuola è, sicuramente, un fattore di crescita

civile e sociale nonché uno straordinario luogo di

accoglienza e di integrazione culturale e sociale,

che non può essere subordinata ad esigenze di cassa;

CONSIDERATO, inoltre, che:

con la prevista riduzione degli organici di

sostegno viene messo, altresì, in discussione il

diritto all'integrazione scolastica, sancito da

numerose leggi dello Stato sulla materia, prima

delle quali la legge n. 104 del 1992;

il Governo nazionale non può, per un mero calcolo

ragionieristico, contraddire ed ignorare la

legislazione vigente, che fa, invece, del diritto al

sostegno, all'integrazione e alla solidarietà i suoi

punti di riferimento, certi ed irrinunciabili;

il decreto-legge 1 settembre 2008, n. 137,

prevede, tra l'altro, il maestro unico nella scuola

elementare, con la riduzione dell'orario scolastico

a 24 ore settimanali: quattro ore con uscita dei

bambini dalla scuola alle ore 12.30;

RITENUTO che:

la gravità e la sproporzionata dimensione dei

tagli operati all'organico del personale della

scuola siciliana (1.744 docenti e 162 di personale

amministrativo tecnico e amministrativo) compromette

seriamente e irreparabilmente la qualità del

servizio pubblico scolastico e dell'offerta

formativa e pregiudica gli obiettivi sui livelli di

apprendimento nonchè la reale fruizione dei servizi

minimi, in assenza di una legge organica sul diritto

allo studio in Sicilia;

la politica del Governo nazionale sull'istruzione

nel Meridione, e in particolare in Sicilia, fondata

sul preminente obiettivo di conseguire risparmi ed

economie di bilancio, è una scelta irresponsabile,

in controtendenza con le scelte e le indicazioni

della Comunità europea che impedirà definitivamente

di conseguire gli obiettivi di Lisbona entro il

2010;

detta politica scolastica è, inoltre,

profondamente sbagliata per l'entità dei tagli, che

superano in Sicilia i parametri dovuti al calo

demografico (il 50% dei risparmi conseguiti su scala

nazionale si concentrano in Sicilia e in Campania);

i tagli stabiliti dal Ministero hanno, altresì,

drammaticamente penalizzato l'organico di sostegno,

pur in presenza di richieste, certificate dagli

uffici scolastici provinciali, che sono in aumento

di oltre mille posti rispetto all'anno precedente;

in questo modo si penalizzano gli alunni con

disabilità, cui sono decurtate sensibilmente le ore

di sostegno scolastico, con grave pregiudizio per

l'efficacia dell'intervento, della qualità del

servizio scolastico e con evidente lesione dei

diritti degli alunni con disabilità;

RITENUTO, inoltre, che:

risparmiare sull'istruzione in modo così pesante,

significa disinvestire sul futuro delle giovani

generazioni siciliane;

il ritorno al maestro unico, inserito con il

decreto-legge citato, non tiene alcun conto

dell'ampiezza dei contenuti che una scuola adeguata

ai tempi odierni deve poter trasmettere al fine di

assicurare idoneo approfondimento che non può

certamente essere affidato ad un solo insegnante, se

non operando tagli sui contenuti o riducendo alla

superficialità l'insegnamento;

una scuola elementare al passo coi tempi deve

insegnare non soltanto italiano, storia, geografia e

matematica, ma anche inglese, musica, tecnologia,

arte e immagine, scienze, educazione fisica;

realizzare laboratori di teatro, di cinema,

eccetera, che non si può pensare vengano svolti da

un solo insegnante, se non con superficiale

approssimazione;

è impensabile immaginare di ripristinare una

scuola in bianco e nero con figure docenti

impoverite e generiche nelle loro competenze,

chiamate ad inseguire troppe forme del sapere;

il modello proposto dal Ministro Gelmini è un

atto di rinuncia alla modernità e ripiega su una

visione superata dell'istruzione;

è impensabile, inoltre, che si possa modificare,

in maniera improvvisata e per sole ragioni

finanziarie, un sistema che risponde con attenzione

ed equilibrio alle diverse esigenze della società

contemporanea, con pluralità di stimoli culturali;

RITENUTO, infine, che:

la scuola primaria del Ministro Gelmini è stata

disarticolata attraverso una gamma di opzioni orarie

che, a partire dalla priorità assegnata alle 24 ore,

rende del tutto virtuali le altre possibili scelte,

perché subordinate alla disponibilità di un

personale comunque drasticamente ridotto dal taglio

dell'organico operato;

detta scuola è più povera di risorse e non può

svolgere certo il ruolo fondamentale che deve avere

di 'ascensore sociale',

IMPEGNA IL GOVERNO DELLA REGIONE

ad attivarsi con urgenza sulla 'questione scuola'

regionale, con azioni di contrasto alla manovra

statale, rappresentando al Governo nazionale la

necessità di assicurare anche in Sicilia una scuola

adeguata e funzionale, tenuto conto del contesto

scolastico siciliano, ove essa costituisce, più che

altrove, l'unica possibilità di acquisizione delle

'prime regole del vivere insieme', oltre che un

fattore irrinunciabile di crescita e di riscatto per

le nuove generazioni;

a difendere le prerogative costituzionali e

statutarie attribuite alla Regione siciliana in

materia di scuola e diritto alla studio, affinché la

Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e

le regioni si esprima negativamente sulle manovre

del Governo nazionale e non vengano intaccate le

competenze delle regioni e della nostra in

particolare;

a porre in essere tutte le necessarie iniziative

per impedire la distruzione di un sistema scolastico

che, in condizioni talvolta difficilissime, ha

consentito il progresso sociale e culturale della

nostra Regione;

ad intervenire, altresì, presso la deputazione

nazionale siciliana affinché si impegni a difendere

la scuola siciliana, consegnata a logiche di mercato

che cancellano, di fatto, il diritto alla scuola e

allo studio per tutti, scaricando sugli enti locali

l'onere maggiore di fornire risposte alle domande di

istruzione che provengono dal territorio,

IMPEGNA ALTRESI' IL GOVERNO DELLA REGIONE

a proporre ricorso alla Corte Costituzionale

contro il decreto Gelmini per la violazione delle

competenze statutarie della Sicilia.


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