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Repubblica-Napoli-Sos dalla Sanità "Alunni poveri chiusi nel ghetto"

LA DENUNCIA Lettera dei docenti del Caracciolo Sos dalla Sanità "Alunni poveri chiusi nel ghetto" ...

07/11/2005
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la Repubblica

LA DENUNCIA
Lettera dei docenti del Caracciolo
Sos dalla Sanità "Alunni poveri chiusi nel ghetto"


Una lettera aperta per denunciare "la morte" di una scuola. Anzi, di un'idea di scuola che promuova lo sviluppo sociale. L'hanno scritta alcuni insegnanti dell'istituto professionale "Caracciolo-Salvator Rosa", "una delle poche scuole - spiegano - rimasta nel cuore di Napoli, quello povero: la Sanità". Le scuole superiori, infatti, stanno vivendo - raccontano i docenti - un processo di espulsione verso la periferia. Ma il problema, da logistico, diventa sociale: "Si allontanano le scuole e si allontanano i ragazzi, e con essi si allontanano i problemi di intere generazioni per le quali sembrano esistere solo proposte e provvedimenti restrittivi e umilianti: aggravamento delle pene per chi commette reati, ghettizzazione di chi proviene dalle aree più povere, precarizzazione spinta del lavoro, opportunità di istruzione e formazione riservate a chi può pagare tanto". Una denuncia nata dall'osservazione della realtà scolastica nella quale questi docenti vivono. Una scuola dove si registrano crollo di iscrizioni, "forme diverse di abbandono e dispersione scolastica, notevolmente superiori a quelle fisiologiche, opportunamente occultate da cifre che sembrano studiate ad arte per non rivelare il reale disagio attraversato dalla scuola".
Con studenti "rassegnati ad una vita senza futuro, dove è impossibile trovare un lavoro regolare ed è troppo costoso frequentare l'università". Sotto accusa "una politica esclusivamente repressiva, che allontana momentaneamente il problema del disagio, per riproporlo inasprito e meno risolvibile". Cosa può fare la scuola? Molto, ma pochissimo se resta senza risorse, se "i docenti sono costretti a spiegare cosa sia l'innovazione tecnologica avendo a disposizione solo un pezzo di gesso".
Il trasferimento del Caracciolo da piazza Cavour alla Sanità sembra avere ridato al quartiere la sua funzione originaria, quando accoglieva il popolo minuto durante la peste. La Sanità "ritorna oggi ad accogliere gli appestati di una società egoista, attenta solo all'immagine e preoccupata per un futuro che tuttavia non si impegna a costruire". "Come educatori e insegnanti non possiamo tacere. Chiediamo che la società guardi nuovamente ai giovani con speranza, fiducia e generosità".
(bianca de fazio)


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