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Repubblica it-Allarme blog per gli studenti Usa Le scuole: "Possono essere rischiosi"

Molti istituti cercano di limitare l'accesso ai loro allievi tramite divieti e ammonimenti ai genitori: "L'uso improprio di testi e foto può mettervi nei guai" Allarme blog per gli studenti Usa Le...

25/01/2006
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la Repubblica

Molti istituti cercano di limitare l'accesso ai loro allievi tramite divieti e ammonimenti ai genitori: "L'uso improprio di testi e foto può mettervi nei guai"

Allarme blog per gli studenti Usa Le scuole: "Possono essere rischiosi"

di GIANVITO LO VECCHIO

Il blog di Katrine Mallory ha quattordici anni, veste come una pin-up e guida le cheer-leader della sua scuola in California. Sul suo blog tutto rosa racconta con brio le giornate tra lezioni, amiche e shopping. Ed esibisce decine di foto in pose da diva, con lunghi capelli biondi e occhiali da sole. Ogni giorno decine di ragazzi e ragazze visitano il suo sito e scrivono commenti. Tutti possono leggere della vita di Mallory e di altre migliaia di adolescenti come lei, che quotidianamente si raccontano sui blog studenteschi.

Spesso sono banali cronache quotidiane, condite con emozioni personali. Talvolta, però, contengono informazioni che possono finire nelle mani sbagliate. E così le scuole americane stanno cominciando a muoversi per contrastare il fenomeno e mettere in guardia gli allievi. Qualche preside sceglie metodi persuasivi, altri preferiscono una risposta più drastica.

Pensieri intimi e fotografie bizzarre. I diari online degli adolescenti non sono una novità. Già da qualche anno, ormai, sono sempre più diffusi in tutto il mondo blog scritti da teenager. Strabordanti di colori e fantasia, pensieri intimi e fotografie strampalate. In fondo, sono una versione tecnologica del vecchio diario personale. Negli Stati Uniti, in particolare, esistono siti web specializzati nel mettere in contatto tra loro studenti-blogger, iscritti a scuole di tutta la nazione. Xanga, Facebook e MySpace, solo per fare qualche nome. Ora però presidi e insegnanti si stanno accorgendo che i racconti dei ragazzi possono creare seri problemi. Non soltanto alla loro sicurezza, ma anche al loro futuro scolastico e professionale.

Dal registro di classe al Web. Nicole, 16 anni, di Sacramento, descrive la sua scuola come un posto orribile, caotico, "peggio di Laguna Beach", l'affollata località balneare tra Los Angeles e San Diego. Matt, tredicenne dell'Alabama, non risparmia parole poco gentili all'insegnante di scienze, che lo ha punito con un votaccio. E ridicolizza "quei dementi di Damon e Brad", più incapaci di lui. Pensieri istintivi e banali, che fino a qualche anno fa finivano nei diari personali o sui muri dei bagni. Ma ora questi giudizi lapidari, queste "informazioni involontarie", sono accessibili a tutti con un clic. Qualcosa che nessuno aveva previsto.

Guerra ai blog. Così alcune scuole hanno cominciato una vera battaglia contro i blog. Solo nell'area di Washington, nelle ultime settimane, quattro istituti hanno preso provvedimenti. La Sidwell Friends School ha vietato agli studenti di registrarsi, usando la propria e-mail scolastica, ai siti per blogger più popolari tra i giovani. Altre scuole, come la Georgetown Day, la Madeira e la Barrie School, si sono rivolte direttamente ai genitori, invitandoli a controllare i figli per evitare un uso "improprio" dei diari online. Sono stati organizzati persino dei seminari, per istruire le famiglie sui rischi creati dalla diffusione dei blog. Perché non c'è soltanto l'ovvio pericolo che i malintenzionati cerchino di incontrare i ragazzi, sfruttando il contatto sul web. Ma c'è anche il rischio che quelle informazioni personali su lezioni e pagelle, corsi ed esami universitari, possano finire nelle mani dei pubblicitari o di un potenziale datore di lavoro. E danneggiare, in maniera inconsapevole, se stessi, altri studenti e gli insegnanti.
Il blog di SweetandSourAngel742
Fuori per una frase virtuale. Divieti e raccomandazioni, dunque, e talora anche punizioni esemplari. Qualche volta si è decisa persino l'espulsione, dopo aver scoperto foto di teenager ubriachi o racconti di sbronze collettive. Di recente, tre ragazzini di una middle school di Chicago sono stati sospesi per aver pubblicato frasi oscene e minacciose dirette a una loro professoressa. Una decisione che ha spaccato la scuola e causato un acceso dibattito.

A novembre, poi, un altro liceale americano, della Sherwood High School del Maryland, ha scritto insulti contro i suoi coetanei di colore, tra i commenti di un blog studentesco. La notizia si è diffusa rapidamente e, poco tempo dopo, il ragazzo ha cambiato scuola, forse su pressione dei professori. Come hanno ammesso molti presidi e insegnanti, la verità è che "sono situazioni completamente nuove, cui non siamo preparati e spesso non sappiamo come affrontare".

Non mancano le reazioni drastiche: un istituto cattolico del New Jersey ha addirittura vietato l'uso dei blog a casa. Una proibizione difficile da far rispettare, e che pone anche seri dubbi di legalità.

Tanti rischi e qualche montatura. Per le scuole americane si annuncia una difficile battaglia educativa. Perché, soprattutto per i giovani, le insidie della Rete sono tante e multiformi. Secondo il National Center for Missing and Exploited Children (Centro nazionale per i bambini scomparsi e sfruttati sessualmente), nel 2005 negli Usa ci sono stati più di 1.200 casi di ragazzini "agganciati" da adulti via internet. Si stima, poi, che circa un quinto di essi abbia ricevuto "sollecitazioni" sessuali online. La Rete offre grandi possibilità, ma non mancano le trappole per i più indifesi e inesperti. E tenerli lontani dal web è impresa ardua. "Avere 14 anni non è facile, nessuno lo capisce - scrive Jill, della Williams High School, in Virginia -. È ancora più difficile se non sei una bionda cheer-leader, ma una ragazzina timida e poco attraente. Ma io scrivo poesie, mi piace leggere, viaggiare: se il blog è un modo per farmi notare da qualcuno, perché non dovrei averlo?".

L'unica consolazione, per i genitori, è che talvolta le esperienze raccontate dai figli sui blog sono gonfiate a dismisura. Secondo gli psicologi, infatti, i teenager, quando si raccontano online, si dipingono come persone molto più audaci, sfrenate e aggressive di quel che sono realmente. Come Amanda, del Wisconsin, appena 12 anni, che si dice "single" e racconta improbabili sbornie a base di cocktail alla frutta. Forse, qualche volta, le notti di bisboccia con amici e amiche sono solo fantasie, che mascherano tranquille serate in famiglia. Forse.


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