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«Per università e ricerca nel decreto Rilancio misure che guardano lontano»

Un investimento da miliardo e 400 milioni per l'università e la ricerca previsto nel decreto Rilancio approvato mercoledì

15/05/2020
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Il Sole 24 Ore

Maria Piera Ceci

Un investimento da miliardo e 400 milioni per l'università e la ricerca previsto nel decreto Rilancio approvato mercoledì. «Un bazooka per il presente e per il futuro del Paese, un investimento che riaccende i motori della crescita culturale e scientifica degli atenei italiani», per il rettore dell'Università Tor Vergata di Roma, Orazio Schillaci.
«Una giornata storica», per il ministro dell'Università e della ricerca, Gaetano Manfredi.

È d’accordo il presidente della Conferenza dei rettori e rettore del Politecnico di Milano, Ferruccio Resta?
Assolutamente sì. Si tratta di un segnale estremamente positivo, non solo per la quantità, che comunque è rilevante, ma anche per alcuni messaggi politici che sono stati dati. Il primo è nell'attenzione data a tutte le misure di diritto allo studio: eravamo molto preoccupati sul numero di immatricolazioni future. Il secondo messaggio sta nel fatto che si è voluto guardare al futuro, cioè investire in ricerca per dire che l'Italia non si è fermata soltanto a gestire l'oggi ma sta ragionando guardando al futuro.

Perché è importante ripartire dopo l'emergenza Covid-19 investendo su università e ricerca?
Tutto il mondo in questo momento sta aspettando un vaccino. Chi sta lavorando su quel vaccino sono dei ricercatori. E' la ricerca che potrà dare le risposte, in campo medico ma anche in altri campi. Questo evento ci ha fatto capire l'importanza del digitale per lo smart working e per il tracciamento, per aiutare le aziende a riposizionarsi su nuovi mercati, per far ripartire il turismo. Abbiamo poi problemi sociali ed economici. Solo attraverso l'alta formazione si potranno dare le risposte a queste sfide e noi dovremo darle. Il Covid-19 ci ha dimostrato che eravamo una società fragile, un virus è riuscito a metterci in crisi. Ora dovremo ripensare tutto: comportamenti, esigenze. Dovremo dare risposte con l'innovazione per diventare una società più resiliente e per fare questo serviranno competenze e conoscenze, quindi formazione e ricerca.

L'investimento previsto del decreto Rilancio fornisce una risposta a tutto questo?
Mi piace questa misura perché sta guardando un po' lontano, cosa che non era stata fatta prima e mi vedeva critico. Con questo miliardo e 400 milioni è stato deciso di guardare avanti, quindi non di risolvere un problema sul breve periodo, ad esempio dando cento euro a chi aveva perso un'ora di lezione, ma è stata scelta una logica per cui guardare avanti. Puntiamo su formazione, nuove matricole, nuovi ricercatori e nuova ricerca.

Per quanto riguarda l'investimento sul diritto allo studio, voi rettori eravate molto preoccupati che la crisi comportasse meno iscrizioni e più abbandoni.
Non ci preoccupava tanto il bilancio degli atenei, ma il fatto che le famiglie, colpite da una crisi economica importante, potessero dover fare delle scelte su cosa tagliare e potessero scegliere di rinunciare alla formazione dei figli. Questo avrebbe significato l'inizio della fine, perché avrebbe voluto dire non avere più gli strumenti per affrontare un futuro.


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