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Niente strette di mano, il nostro è un esame mutilati, ma è bello tornare a scuola

Micol Fontana, diciottenne che ha sostenuto la maturità al Liceo Giulio Cesare di Roma

18/06/2020
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Il Messaggero

Non avremmo mai immaginato di ritrovarci in una situazione del genere, a dover concludere l'anno attraverso lo schermo di un computer, a dover affrontare una maturità mutilata, a distanza di sicurezza, con il volto nascosto da una mascherina. È una situazione nuova per tutti. 
Questo anno ci ha messo a dura prova. A marzo la comunicazione della chiusura delle scuole e poco dopo l'inizio della didattica a distanza. È stato faticoso seguire le lezioni da casa. Ci è mancata una parte fondamentale dell'insegnamento, ovvero l'interagire direttamente con compagni e docenti; ci è mancata la scuola stessa. L'impegno da parte di tutti è stato indispensabile e ci ha permesso di vivere al meglio questo periodo. I nostri professori si sono mostrati sempre disponibili e ci hanno seguito molto, nonostante tutte le difficoltà dovute alla situazione. Siamo riusciti, anche se con un po' di fatica, ad andare avanti e a concludere i programmi. E al termine del nostro percorso scolastico ci aspetta una maturità diversa dal solito. Commissione interna, che ci rassicura molto: sono gli stessi professori che ci seguono da tanti anni e ci conoscono bene. Un po' d'ansia prima di entrare in aula, ma nella norma. È stato emozionante poter ritornare a scuola un'ultima volta, quantomeno per l'orale di maturità, rivedere i professori anche senza poterli salutare con una stretta di mano, sentire la vicinanza dei compagni anche se non fisicamente presenti. I professori tutti lontani da noi, ma orgogliosi di vederci lì per portare a compimento tutto il lavoro che abbiamo fatto insieme. E tra una battuta all'inizio per allentare la tensione, l'adrenalina con cui si affronta il colloquio e l'ottima preparazione che i professori ci hanno dato, l'ora d'esame è volata via. Il tema che mi hanno assegnato è la concezione del dolore: ne ho analizzato le diverse interpretazioni, dalla tragedia di Eschilo allo Stoicismo di Seneca. La professoressa di italiano mi ha chiesto un brano di Leopardi, che ben si collegava al mio argomento. L'oggetto era l'immagine di un mitocondrio e da lì ho parlato dell'energia, cercando di collegare tutte le altre materie. Infine ho parlato dei progetti svolti per l'orientamento universitario, in particolare quelli di ambito medico e scientifico ed ho concluso con l'articolo 33 della Costituzione Italiana. È stata un'emozione molto forte. Soprattutto uscire da scuola pensando di essere riusciti a concludere al meglio questa tappa della nostra vita. Sicuramente non è stato semplice dover preparare un esame in queste condizioni ma nonostante tutto ce l'abbiamo fatta. Così dopo la quarantena e la didattica a distanza, abbiamo ottenuto l'esame in presenza, con le giuste precauzioni e distanze, ma finalmente di nuovo in classe.
Micol Fontana


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