Napoli. Scuola pubblica, la rabbia dei presidi. 'Berlusconi vieni a Scampia'
Manifestazioni in alcuni istituti della città. L'indignazione dei dirigenti scolastici già alòle prese con i pesanti tagli della finanziaria
di ANNA LAURA DE ROSA
"Un potere traballante perde lucidità. Le frasi del presidente Berlusconi sono dettate dalla disperazione, o c'è il subdolo disegno di affossare l'istruzione pubblica per altri interessi. La scuola è un insieme di teste pensanti ed è questo che si vuole colpire. Si mostra insicurezza in un momento critico per la vita italiana". Pasquale Malva, dirigente scolastico dell'istituto superiore Mazzini del Vomero, risponde duramente alle parole del premier. La sua voce si confonde con quella dei presidi più in vista della città. Dirigenti, professori e studenti dell'Umberto, del Genovesi, del Mercalli e del Vico difendono il lavoro che ogni giorno svolgono "con sacrificio nonostante i tagli". Dicono basta "alla chiara volontà del Governo di distruggere la scuola per interessi personali". Non basta. Da Scampia i dirigenti invitano il premier a vivere un giorno con i professori del quartiere a rischio per vedere la passione con cui lavorano per salvare i ragazzi. E la protesta nata in classe corre veloce dalla rete ai cellulari, preparandosi a scendere in piazza.
Oggi i docenti del Mazzini hanno manifestato contro il premier osservando un minuto di silenzio in aula. Ieri era toccato ad alcuni professori del Pansini. Nei prossimi giorni dovrebbe essere la volta del Genovesi, del Mercalli e dell'Umberto. I prof si stanno organizzando lanciando sms ai colleghi. Ma la protesta pulsa anche nelle case dei precari del Coordinamento precari scuola Napoli, che stanno organizzando con i colleghi romani un sit nella capitale per il 17. "Il minuto di silenzio non basta - ribadisce Giuseppe Vollono del coordinamento - Servono azioni forti, siamo pronti a rivolgerci persino alla Corte europea per far valere i nostri diritti".
C'è fermento nella sede Cgil di via Torino, dove domani si incontreranno gli studenti medi della Uds (Unione degli studenti). I ragazzi hanno già programmato incontri nelle scuole di tutta la regione per raccogliere adesioni e scendere in piazza. Gli universitari sono pronti a partecipare alla manifestazione romana del 12, mentre l'Uds pensa di organizzare a Napoli un'assemblea pubblica. Anche i rappresentanti Cgil discuteranno in mattinata sul da farsi. Da quando il premier ha parlato di istruzione, arrivano 150 mail di protesta al giorno ai pc della sede: "Le dichiarazioni del presidente feriscono i docenti più dei tagli e delle umiliazioni precedenti - spiega Alessandro Aienzo, segretario regionale Scuola, università e ricerca della Flc Cgil - Queste frasi fanno montare rabbia e frustrazione anche nei professori meno attivi. Manifesteremo in strada e ne parleremo alla città il 15 marzo con Susanna Camusso e Domenico Pantaleo, durante un'assemblea pubblica sulla difesa del sistema pubblico".
C'è di più. Tra il 9 e il 10 l'associazione onlus "Tutti a scuola" sfilerà nelle strade di Napoli: "Siamo arrivati a un punto di non ritorno - protesta il presidente della Onlus Antonio Nocchetti - scenderemo in piazza per ricordare alla politica che la Costituzione esiste e che la scuola pubblica aiuta anche e soprattutto le persone svantaggiate come i diversamente abili". Dall'istituto alberghiero Vittorio Veneto di Scampia il dirigente scolastico Anna Maria Carrieri vorrebbe invece far vivere a Berlusconi "il contesto in cui lavorano i docenti per fargli capire con quanta dedizione cercano di recuperare i ragazzi del quartiere a rischio. I professori vanno oltre i propri compiti per avvicinare i giovani a famiglie a volte assenti". Insomma il fronte compatto è pronto al contrattacco.