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Maturità, solo prof interni. Sindacati e studenti: "Si rischia il diplomificio"

Con la riforma Giannini che cancella i commissari esterni si risparmiano 100milioni di euro. Dall'esterno solo il presidente delle commissioni. Ma per Cgil e Cisl "è un regalo alle scuole private"

16/10/2014
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la Repubblica

Salvo Intravaia

ROMA - Sembra ormai certo, il prossimo esame di maturità si farà con la commissione interna. Sindacati e associazioni studentesche annusano un pericolo: il boom di candidati esterni nelle scuole paritarie, come avvenne dopo la riforma Moratti.

Il nuovo corso, targato Giannini, dovrebbe prevedere una commissione composta da tutti membri interni, anziché da tre commissari esterni, tre membri interni e dal presidente, anche questo esterno. A giugno, saranno gli stessi insegnanti della classe a valutare per ben due volte  -  per l'ammissione agli esami e dopo una settimana agli esami di Stato veri e propri  -  gli studenti giunti all'ultimo anno delle superiori. L'unico terzo incomodo sarà il presidente esterno: il presidente infatti dovrà supervedere tutte le classi dell'istituto col ruolo di garante della regolarità degli esami.

Soltanto in questo modo sarà possibile risparmiare oltre 100 milioni di euro. Ma la novità in cantiere, confermata qualche giorno fa dal sottosegretario Gabriele Toccafondi, non va giù a sindacati e studenti perché potrebbe favorire i cosiddetti diplomifici. Nel 2003, fu la Moratti a sperimentare la commissione autarchica è fu un mezzo disastro cui dovette porre rimedio nel 2006 l'allora ministro Giuseppe Fioroni. Il quale, per il boom di candidati esterni nelle scuole paritarie, ripristinò l'attuale articolazione delle commissioni col 50 per cento di prof esterni, l'atro 50 per cento di interni e presidente esterno super partes. Per Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil, la maturità con soli membri interni "è un regalo che si fa alle scuole private che potranno continuare a sfornare diplomi senza alcun valore". Ma non solo. "È un passo indietro  -  continua Pantaleo  -  di dieci anni fatto solo per risparmiare. Dietro questa novità non c'è dietro nessun progetto. A questo punto, si abbia il coraggio di eliminarli completamente questi esami". Anche la Cisl scuola, attraverso il suo leader, nutre dubbi. "Come farà il ministro  -  si chiede Francesco Scrima  -  a garantire la qualità dell'esame in quei diplomifici che hanno avuto gli onori della cronaca?".

TIMELINE Così è cambiata la maturità

Nel 2001, candidati esterni  -  i cosiddetti privatisti, che si presentano agli esami senza avere seguito neppure un giorno di lezione  -  furono soltanto 348 in tutta Italia. L'anno successivo diventarono 1.242. E appena la Moratti modificò la commissione il numero schizzò a 9.850 nel 2003 e addirittura 19.040 nel 2004. Le paritarie scoprirono che potevano fare affari d'oro con i privatisti. Poi, intervenne Fioroni che obbligò i privatisti a sostenere gli esami nello stesso comune di residenza, ripristinò le commissioni miste. E qualche anno fa, la Gelmini introdusse l'esame integrativo per coloro che volevano affrontare la maturità da "esterno". Così, nel 2012 il numero di privatisti delle paritarie si attestò al valore fisiologico di 6mila candidati, contro i 18mila delle statali.

Anche gli studenti nutrono dubbi sulla modifica. "La rivoluzione dell'esame di maturità annunciata del ministro Giannini è una rivoluzione che di cambiamento non ha proprio nulla" dichiara Alberto Irone, portavoce nazionale della Rete degli studenti medi. "Ci sembra semplicemente un regalo a chi può permettersi l'esame da privatista in un istituto paritario o privato presso un diplomificio". Per Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell'Unione Degli Studenti in questo modo si "mette fortemente in discussione la trasparenza dell'esame stesso". Modifiche all'esame di maturità sono necessarie  -  conclude Lampis  -  ma in termini pedagogici e metodologici".


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