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Mascherine in classe, caos in Sicilia e nel Lazio. E a Ravenna interviene il Comune

Anche nel Lazio e in Sicilia il provveditore ha dovuto ribadire i criteri stabiliti dal Cts in una circolare ai presidi per evitare un uso troppo prolungato delle mascherine anche ai banchi.

30/09/2020
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Corriere della sera

C’è ancora molta confusione sull’uso della mascherina in classe, nonostante le regole del Comitato tecnico scientifico siano ormai state stabilite più di un mese fa. A Roma il capo dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio ha scritto ai presidi per ribadire che se gli studenti sono seduti al banco, fermi e ad un metro di distanza la mascherina si può togliere senza rischi. A Ravenna addirittura è dovuto intervenire il consiglio comunale dopo che il caso degli studenti obbligati a tenere la mascherina per tutta la permanenza a scuola alla don Minzoni era approdato in due mozioni al question time. Il Comune di Ravenna «ha fatto di tutto per rispettare i protocolli» e ora è «compito delle scuole applicarli garantendo un clima di benessere», ha risposto l’assessore alla scuola Ouidad Bakkali spiegando che «l’obiettivo congiunto» è fare in modo che sia garantito il distanziamento con il «benessere» dei ragazzi.

Le regole

L’estate scorsa era stata la ministra dell’Istruzione a voler permettere ai bambini e ai ragazzi, una volta in classe, di togliere la mascherina e a metà agosto il Cts aveva dato l’ok. Ma la misura ha da un lato spaventato presidi e insegnanti, dall’altro ha reso occhiuti i genitori che in diverse occasioni hanno denunciato la troppa rigidità delle regole delle scuole in tema di prevenzione. La regola resta quella che le mascherine a scuola possono essere sia chirurgiche - è l’opzione preferita anche perché il commissario Domenico Arcuri le sta distribuendo nelle scuole - o di stoffa e vanno indossate all’ingresso e negli spostamenti ma non al banco e neppure durante l’attività in palestra.

Mascherine in strada ma non a scuola

Il tema sta tornando d’attualità in diverse regioni a causa anche dell’indurimento delle regole sull’uso della mascherina per strada o nei week end: è così per esempio in Sicilia dove l’assessore Roberto Lagalla ha dovuto uto precisare che «in riferimento a quanto stabilito della recente Ordinanza del Presidente della Regione, relativa all’obbligo di indossare le mascherine nei “luoghi aperti al pubblico, in contesti di presenze di più soggetti”, l’uso di tali dispositivi presso le scuole rimane regolamentato dalle Linee Guida ministeriali e regionali in atto vigenti. Di conseguenza, l’obbligo all’uso delle mascherine rimane circoscritto agli spazi comuni extra-aula, alle situazioni di distanza interpersonale inferiore a un metro e, all’interno dell’aula, solo se in movimento». Non solo, Lagalla ha anche ribadito che non è necessario che le mascherine siano chirurgiche ma che vanno bene quelle di stoffa realizzate individualmente con materiale lavabile e riciclabile, «purché le famiglie si prendano cura delle necessarie e regolari operazioni di pulizia e igienizzazione delle stesse».


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