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Manifesto: Qualche consiglio ai coordinamenti docenti-genitori

Che fare, dunque? Intanto vigilare. Rendere operativo il decreto-legge non è cosa semplice

20/11/2008
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il manifesto

Giuseppe Caliceti
Università a parte, che fine ha fatto la protesta del mondo della scuola dell'obbligo dopo l'approvazione del decreto Gelmini e il ritorno al maestro unico alle elementari? E' ancora viva? Certo. Tanti coordinamenti genitori-insegnanti stanno lavorando per difendere dallo smantellamento la scuola pubblica. E questo nonostante i dirigenti scolastici, in queste settimane, abbiano convocato collegi docenti per comunicare più o meno apertamente agli insegnanti che il momento di ricreazione della protesta è finito, il decreto è legge e ora occorre rimboccarsi tutti le maniche e fare il proprio dovere seguendo rigorosamente le applicazioni del ministro senza mugugnare troppo per non ricorrere in sanzioni. Che fare, dunque? Intanto vigilare. Rendere operativo il decreto-legge non è cosa semplice. Già con la riforma Moratti, per fare un esempio, Portfolio & ore opzionali si rivelarono un buco nell'acqua di cui, a distanza di pochi anni, nessuno si ricorda. Tante sono le applicazioni in sospeso. E poco il tempo per metterle a regime. Il prossimo mese caldo sarà gennaio. Il momento delle iscrizioni degli alunni al prossimo anno scolastico.
Vigilare, dicevamo. I modelli di iscrizione offriranno alle famiglie la possibilità di scegliere realmente, per i propri figli, i modelli di scuola desiderati? Il tempo pieno sarà veramente garantito o sarà trasformato in doposcuola? Insomma, quale sarà l'organizzazione oraria per gli alunni? E gli eventuali costi aggiuntivi per le famiglie? Nelle future prime elementari quale sarà l'effettiva offerta formativa? Come verrà articolato l'orario settimanale delle materie di studio? A quanto ammonterà il tempo-mensa e il tempo-interscuola nei tempi pieni? Con che personale sarà gestito? Ci saranno spese aggiuntive che cadranno sulle famiglie o sui comuni?
Ci sono altre questioni al momento irrisolte. Per esempio, Gelmini ha affermato che l'insegnamento dell'inglese e dell'informatica sarà garantito. Anzi, migliorato. Ricordate le famose tre "i" morattiane? La Gelmini sa che il docente di informatica già promesso dalla Moratti non esiste. Spesso nelle scuole non esistono neppure le aule informatiche o non sono dotate di computer. Sa che il docente specializzato in inglese non è pienamente a regime in tutta Italia. Allora? Immetterà nuovi docenti specializzati? No. Deve tagliare, non aumentare le spese. Per questo ora arrivano negli istituti comprensivi ordinanze per organizzare corsi di 150/200 ore di inglese per tutti i docenti elementari e, in men che non si dica, ognuno di loro sarà promosso esperto in inglese. E' serio? No. Possibile che la pronuncia delle parole inglesi non sia proprio perfetta? Chissenefrega! Ancora: la Gelmini effettuerà la stessa corsa ai ripari per gli esperti di informatica? E comunque, chi paga i formatori dei docenti? Anche lì servono soldi.
La Gelmini ha un'idea economica: li formeranno altri docenti che ora insegnano inglese alle elementari o sono responsabili dell'aula informatica. Anche se magari non sono laureati in inglese o, come responsabili dell'aula informatica, hanno solo il compito di tenerla in ordine. E' serio? No. Questa è la prova che ai bambini la Gelmini non vuole insegnare nulla di serio. Per lei conta solo risparmiare. Ecco, di questa idea di falsificazione dell'istruzione pubblica a - che porterà inevitabilmente un abbassamento della qualità dell'insegnamento, - i genitori degli alunni devono essere informati. E i collegi docenti, sovrani sulla didattica anche rispetto ai propri dirigenti, possono e devono far sentire la loro umile e ferma voce.
Ancora: i coordinamenti genitori-docenti richiedano di visionare il Pof (il programma di offerta formativa) offerto dai singoli istituti alle famiglie e chiedano ai dirigenti scolastici di declinarlo in numeri: fondi investiti, numero di docenti impegnati, ore di insegnamento per alunno, ore di compresenza, docenti di appoggio a disposizione, eccetera. E facciano la differenza tra la reale offerta formativa del nuovo anno scolastico con quelli passati. Ancora: i coordinamenti rendano protagonisti del loro lavoro i genitori degli alunni che il prossimo anno frequenteranno la prima elementare. Visto che ogni riforma della scuola non può che essere graduale e parte proprio dai loro figli, che non ne hanno alcuna colpa, è soprattutto a loro che occorre spiegare bene cosa ci rimettono i loro figli a essere nati proprio sei anni fa.


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