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Manifesto: Brutte nuove dal paese degli scolari analfabeti

Nella fascia fra i sei e i dieci anni un bambino su due non legge nessun libro a parte i manuali. I tristi risultati di uno studio condotto dall'Associazione Editori

31/01/2008
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il manifesto

M. T. C.
Come sembra lontano il tempo - solo una dozzina o poco più di anni fa, in effetti - quando il settore dell'editoria per ragazzi aveva conosciuto in Italia una improvvisa, imprevedibile impennata. Erano i primi anni '90, e in molti avevano immaginato che quella nuova generazione di giovanissimi e appassionati lettori avrebbe segnato la fine della fastidiosa allergia alla lettura dalla quale il nostro paese appariva cronicamente affetto. Anche per questo, sono state numerose, allora, le case editrici che sull'effervescenza di quel segmento hanno deciso di puntare le carte, inaugurando collane destinate ai bambini di ogni fascia d'età. Oggi sappiamo bene che le «grandi speranze» si sarebbero lentamente sgretolate, e il trionfante segno «più» davanti alle cifre relative alla progressione annuale delle vendite di libri per ragazzi sarebbe giunto a rappresentare solo una manciata di decimali. E se qualcuno nutrisse ancora qualche illusione, ecco che uno studio condotto dall'Associazione Italiana Editori sulla base dei dati Istat rivela - ammesso che di rivelazione si tratti - come nel 2007 la metà circa dei bambini e dei ragazzi inseriti nella scuola dell'obbligo e alle superiori, non legga nessun libro al di fuori dei manuali scolastici. Nonostante la produzione di libri per l'infanzia sia più che raddoppiata (nel 1987 si pubblicavano 951 titoli destinati all'infanzia, nel 2006 si è arrivati a quota 2.296), la ricerca dell'Aie - presentata l'altro giorno in occasione di un convegno a Roma su «Bambini e adolescenti e valore del libro» - precisa che nella fascia delle elementari, fra i sei e i dieci anni, neanche la metà (il 46,8 per cento) dei bambini ha letto lo scorso anno almeno un libro non scolastico contro il 58 per cento dei coetanei spagnoli. Fra i preadolescenti, nella fascia undici-quattordici anni, la situazione migliora (59,5 per cento), per poi crollare nuovamente al 43,1 per cento in parallelo con il progressivo crescere dell'età. Polemico il commento del presidente dell'Aie Federico Motta: «Non basta pubblicare libri belli e nuovi, se manca una politica organica e continuativa in materia di promozione della lettura e se vengono costantemente ridotte le risorse delle biblioteche per ampliare le collezioni, o per formare personale specializzato». Tutto vero, naturalmente, sebbene forse qualche responsabilità l'abbiano anche gli editori, che negli ultimi anni - complice il fenomeno Harry Potter - hanno dato la caccia al bestseller per tutti, anziché puntare su quella differenziazione di proposte che era stata alla base del piccolo «miracolo» degli anni '90.


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