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Manifesto: «A fine novembre lo sciopero»

Il pubblico impiego verso la mobilitazione per il contratto. Podda (Cgil): mancano i due emendamenti su rinnovo e precari. Anche la scuola sul piede di guerra

02/11/2006
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il manifesto

Antonio Sciotto
Potrebbe essere il primo sciopero generale dell'era Prodi, e il pubblico impiego è pronto a proclamarlo. Del rinnovo dei contratti - infatti - finora non si è vista traccia. I soldi ci sono, ma per il momento non sono tecnicamente «esigibili». Grazie a un complesso meccanismo burocratico (che prevede una validazione di organi come la Corte dei Conti dopo la firma dell'accordo), il governo potrebbe affermare di aver stanziato i fondi, ma nello stesso tempo rinviare al 2008 l'effettivo rinnovo del 2006-2007, allungando il biennio fino a farlo diventare un triennio. «Inaccettabile», tuonano i sindacati di ministeri, enti pubblici e sanità - Fp Cgil, Fps Cisl, Uilpa e Fpl Uil - che dopo la maxi-assemblea dei delegati della settimana scorsa, questa mattina sono pronti ad accelerare sulla protesta.
«Lo sciopero sarebbe proclamato per l'ultima settimana di novembre, per una serie di tempi tecnici da rispettare - spiega Carlo Podda, segretario generale della Funzione Pubblica Cgil - Domani mattina (oggi per chi legge, ndr) inviamo la lettera al ministero del lavoro, che deve convocarci entro 5 giorni per un'eventuale conciliazione. Diciamo dunque che, se per giovedì prossimo non si sarà trovata una soluzione, allora potremo decidere la data definitiva». Tra la proclamazione e il giorno dell'astensione dal lavoro devono passare minimo 2 settimane, dunque lo sciopero si dovrebbe svolgere tra il 23 e il 30 novembre. E non basta, perché, come annuncia Paolo Nerozzi, segretario confederale Cgil, anche la scuola è in subbuglio per i contratti, e potrebbe seguire a ruota, proclamando a sua volta uno sciopero generale.
Quale sarebbe la soluzione per evitare lo sciopero? Presentare un emendamento alla finanziaria in cui si rendono effettivamente esigibili i 3,4 miliardi di euro per i rinnovi: i sindacati sono già d'accordo con il ministero della Funzione pubblica che i primi 2,2 miliardi verranno erogati a partire dal 2008, ma essenziale sarebbe poter siglare i contratti già nel 2007. «Il ministro Nicolais - ha spiegato Nerozzi - aveva concordato con noi l'emendamento bloccato poi dal Tesoro e dal sottosegretario alla Presidenza del consiglio Enrico Letta. A questo punto non ci resta che dichiarare lo sciopero. La cosa più grave è il mancato rispetto degli impegni presi. Questo vuol dire, infatti, che il governo non vuole la riforma della pubblica amministrazione, ma solo risparmiare poche lire. Quando si cominciano le relazioni sindacali non rispettando gli accordi, è un brutto inizio. Noi avevamo dato fiducia e credito al governo, che però per una cosa banale - l'esigibilità di somme già stanziate in finanziaria - continua con questo tira e molla».
L'emendamento «fantasma» era atteso dai sindacati già dieci giorni fa, «ma in tutto il tempo trascorso il governo ha sempre annunciato che sarebbe stato presentato e invece non si è visto nulla - spiega Podda - Intanto la scadenza del maxiemendamento, quello che raccoglie tutte le correzioni alla manovra, si avvicina e per il pubblico impiego non si intravedono soluzioni». E non basta: manca un altro emendamento all'appello, quello che ritiri i tagli al personale di enti locali e sanità: «Si condannano i lavoratori precari a non vedere nessuna assunzione all'orizzonte - conclude il segretario della Funzione pubblica Cgil - e anzi diverse migliaia di loro rischiano il posto: anche per ottenere questo emendamento, potremmo arrivare a proclamare uno sciopero».
Subito dopo aver ottenuto l'esigibilità del contratto, i sindacati del pubblico impiego puntano a sedersi al tavolo con il governo per proporre il cosiddetto «Patto del lavoro pubblico»: assunzione dei precari e qualificazione dei servizi attraverso la contrattazione integrativa. Oggi dunque la riunione delle segreterie di categoria: il rinnovo riguarda una platea di 2 milioni di lavoratori. Lo sciopero di fine novembre dovrebbe essere proclamato per un'intera giornata, coinvolgendo tutti i comparti del pubblico impiego.


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