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Lite Azzolina-sindacati, Pd contro la grillina Conte la chiama: devi evitare le polemiche

A sentire chi ha parlato con Giuseppe Conte, che ha fatto del dialogo con Cgil, Cisl e Uil una stella polare, anche il premier è tutt'altro che contento della sua ministra.

22/08/2020
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Il Messaggero

Il Pd è scosso da una rabbia sorda. Lucia Azzolina, la ministra grillina all'Istruzione che attacca i sindacati accusandoli di sabotare la riapertura dell'anno scolastico nel più classico complottismo 5Stelle e a giorni alterni colleziona gaffe, è davvero troppo per Nicola Zingaretti e per i ministri dem.
A sentire chi ha parlato con Giuseppe Conte, che ha fatto del dialogo con Cgil, Cisl e Uil una stella polare, anche il premier è tutt'altro che contento della sua ministra. C'è chi dice che l'abbia chiamata per raccomandarle «maggiore prudenza». Della serie: Pensiamo a lavorare ed evitiamo polemiche inutili con chi deve aiutarci a far ripartire le scuole. «Scuole che apriranno con certezza a settembre», garantiscono a palazzo Chigi.
Per il governo, come ha certificato lo stesso Conte, il ministro della Salute Roberto Speranza, Zingaretti e Luigi Di Maio, la riaperture dell'anno scolastico è una questione di vita o di morte. Fallire in questa ripartenza, che si annuncia carica di incognite a causa dell'esplosione dei contagi (ieri 947, ai livelli di inizio maggio), potrebbe voler dire mettere il classico piede sulla fossa.
Tanto più perché dopo una settimana, il 20 e 21 settembre, si voterà per le elezioni regionali. E una sconfitta nelle urne locali, sommata a un flop scolastico, darebbe forza a Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani che già affilano le armi e non fanno passare giorno senza sfidare il governo su questo terreno. «L'esecutivo brancola nel buio, è incapace. Non ha idea su come far ripartire in sicurezza», tuona la leader di Fratelli d'Italia. E il coordinatore di Forza Italia: «Sulla scuola il governo si è mosso con ritardo e c'è un'evidente carenza organizzativa». «Mandiamo via la Azzolina è totalmente incapace e incompetente», chiude il cerchio Salvini.
LA RABBIA IMPOTENTE DEL PDEsattamente ciò che vorrebbe fare il Pd. Ma quella dei dem è una rabbia impotente, oltre che sorda. Perché, come dice un ministro del Pd, «l'Azzolina andava cacciata prima, ormai è troppo tardi: la scuola riapre tra poco e non è possibile una sostituzione in corsa. Rischieremmo di far saltare la riapertura e sarebbe un disastro. La verità è che Conte e i 5Stelle, tra giugno e luglio, hanno sbagliato a porre il veto e a impedire il rimpasto».
Così, per salvare il salvabile e tentare di scongiurare il naufragio, Zingaretti prova a dare l'esempio, effettuando nel Lazio i test al personale scolastico. E avverte, senza citare l'Azzolina: «Sulla scuola il governo usi la collaborazione e non alimenti divisioni. La riapertura in sicurezza è per il Pd la priorità assoluta. Primo banco di prova del governo alla ripresa e bisogna lavorare insieme al mondo della scuola per raggiungere questo obiettivo». Insieme ai sindacati, insomma. Non contro.
Un concetto scandito, questa volta con nome e cognome, dal capogruppo in Senato, Andrea Marcucci: «Lucia Azzolina si ricordi di essere la principale responsabile dell'Istruzione, ed eviti di alimentare polemiche con assurdi scaricabarile. Oltre a lei, è tutto il governo, consulenti compresi, che deve garantire un avvio ordinato dell'attività scolastica. Chiamare in causa i sindacati serve a propagare un incendio, che la ministra Azzolina invece dovrebbe spegnere». 
Più o meno ciò che affermano il senatore dem Francesco Verducci e la responsabile scuola del Nazareno Camilla Sgambato. Dice il primo: «Azzolina che accusa di sabotaggio i sindacati è assolutamente sconcertante. E' un atto grave e sbagliato. Il governo dovrebbe perseguire il massimo di condivisione, invece qui si soffia sul fuoco della tensione sociale su un fronte delicatissimo come quello della scuola». Ancora più duro: «Mancano troppe certezze sulla riapertura e questa responsabilità è innanzitutto del ritardo del ministero e dall'aver per troppo tempo ignorato il dialogo con le parti sociali». E la Sgambato: «La ripresa delle attività scolastiche il 14 settembre è la priorità, che richiede però collaborazione e sinergia con le forze di governo, le forze sociali, le famiglie, i dirigenti scolastici. Non è dunque questo il momento di alimentare divisioni».
Che la partita sia decisamente importante è confermato da un Matteo Renzi insolitamente pacifico: «Riaprire le scuole è la prima scelta di una comunità degna di questo nome. Penso perciò che sia il momento di stoppare le polemiche e dare tutti una mano al governo perché l'obiettivo sia raggiunto».
Alberto Gentili


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