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La Stampa-A settembre cambierà la secondaria Gli assessori: il ministro non sta ai patti

ANNUNCIO L'ACCORDO MORATTI-REGIONI PREVEDEVA L'AVVIO SOLO NEL 2007 A settembre cambierà la secondaria Gli assessori: il ministro non sta ai patti ROMA La guerra tra Regioni e ministero ...

30/01/2006
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La Stampa

ANNUNCIO L'ACCORDO MORATTI-REGIONI PREVEDEVA L'AVVIO SOLO NEL 2007

A settembre cambierà la secondaria Gli assessori: il ministro non sta ai patti

ROMA
La guerra tra Regioni e ministero dell'Istruzione è stata proclamata ieri: la riforma della secondaria, che doveva essere sperimentata a partire dal 2007 perché prima le Regioni non sarebbero state pronte, verrà invece avviata per decreto del ministro Moratti fin dal prossimo settembre. Secondo il coordinatore degli assessori regionali all'istruzione, Silvia Costa, "la cosa finirà davanti alla Corte costituzionale", perché si tratta "di una decisione unilaterale" che, peraltro viola un accordo sottoscritto tra governo e regioni il 16 settembre, dopo una mediazione del ministro La Loggia.
Ieri il ministro Letizia Moratti si trovava a Catania per la sessione conclusiva del summit euromediterraneo sull'istruzione e l'alta formazione. Avvicinata dai cronisti ha detto: "Sì, in effetti la sperimentazione della riforma della scuola secondaria superiore potrà partire fin dal prossimo settembre. Ho già firmato il decreto". D'altronde, ha argomentato, "è stata talmente forte la sollecitazione arrivata da parte delle singole scuole che era impossibile fermare il processo". Il governo, in realtà, ha il timore (fondato) che se dovesse arrivare un esecutivo di centrosinistra, altro che sperimentazione della secondaria, tutto potrebbe essere rivisto, e quindi vanificato: tanto vale forzare la mano. Quanto alle Regioni, che ricorrano pure a chi vogliono. Intanto carta canta e i falchi di viale Trastevere questa volta hanno avuto la meglio.
Un anno fa, prima delle elezioni che spostarono a sinistra l'asse delle Regioni italiane, gli assessori all'Istruzione fecero presente al ministro Moratti che era necessario un accordo prima di varare il decreto sulla secondaria. Le Regioni, infatti, non solo hanno competenza sulla gestione e l'organizzazione del servizio scolastico, ma hanno, soprattutto, totale giurisdizione sulla formazione professionale. Il "diritto-dovere" all'istruzione fino a 18 anni, inoltre, dovrebbe portare sui banchi, fin da subito, altri 200 mila ragazzi: le Regioni chiedevano non solo mezzi ma anche tempo per allestire il servizio.
Il ministero già allora, nel timore di non riuscire a portare a termine la riforma entro i tempi fissati dalla delega (ottobre 2005), forzò la mano: senza alcun accordo con le Regioni, varò il decreto sulla secondaria (27 maggio). Sotto la guida di Vasco Errani, leader dei presidenti di regione, gli assessori iniziarono la battaglia, con proteste, rotture e minacce di adire la Consulta. La Loggia fu incaricato di ricucire lo strappo, tant'è la pace restaurata fu siglata il 16 settembre scorso nel suo ufficio al palazzo della Stamperia. Moratti - diceva l'accordo - accettava di rinviare di un anno (dal 2006 al 2007) l'inizio della sperimentazione, per affrontare tutti i problemi aperti e iniziare "un percorso condiviso in una materia tanto delicata".
Il percorso, dunque, doveva essere portato a termine. Ma le esigenze della politica hanno avuto il sopravvento. "O si rompono gli indugi - è stato il consiglio dei collaboratori alla Moratti - o un segmento importante della riforma rischia di essere travolto". Da qui il blitz di questi giorni: il ministro, alla vigilia delle elezioni e a preiscrizioni ormai chiuse, ha firmato il decreto. Chi vuole può sperimentare. Dura la reazione di Silvia Costa: "È grave per i rapporti fra governo e Regioni che il ministro, contrariamente a quanto si era impegnata a fare, abbia firmato il decreto". Oggi gli assessori regionali decideranno come replicare.\


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