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«La priorità è tornare in aula Non sapremo che effetti avrà»

D’Ancona: i genitori non cedano al panico, niente fai da te

22/08/2020
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la Repubblica

MArgherita De BAc

ROMA «Il primo consiglio alle mamme è di non lasciarsi prendere dal panico se verranno chiamate quando il bambino sta male. Già immagino le chat, il panico. Invece dovranno mantenere la calma e fidarsi di quanto è stato preparato per la sicurezza degli alunni. Non prendete iniziative individuali,» prega i genitori Paolo D’Ancona, epidemiologo dell’Istituto superiore di sanità, il coordinatore di un gruppo di una trentina di esperti che hanno lavorato sulle «indicazioni operative» per il mondo dell’istruzione.

Nella prefazione esponete una serie di incognite. Quali sono?

«La mancanza di dati a livello internazionale e di conoscenze scientifiche impediscono di fare modelli e prevedere scenari precisi. Non sappiamo ad esempio quanto la situazione potrebbe cambiare se l’indice di trasmissione del virus, l’Rt, fosse sopra la soglia o sotto alla ripresa delle lezioni. Ecco perché è fondamentale che le scuole e i servizi educativi dell’infanzia sappiano prepararsi ad affrontare le varie situazioni».

Ipotesi, in classe si scopre la positività di un alunno. Quarantena per tutti?

«Non è una procedura automatica. Puntiamo sulla valutazione del rischio. La decisione di mettere in quarantena una classe o l’intera struttura dipende da vari elementi ad esempio l’ampiezza dell’aula, il quadro epidemiologico del momento, la frequenza alle lezioni dell’alunno nell’ultimo periodo. In Italia rispetto ad altri sistemi didattici, come quello americano, siamo avvantaggiati perché le classi sono stabili e i gruppi di studenti non migrano di aula in aula, in genere».

Si può calcolare quanto l’apertura o la chiusura di una parte delle scuole, facciamo conto i licei, avrebbero sull’epidemia?

«Non ci sono parametri per prevedere l’impatto sull’Rt e valutare se la chiusura parziale sarebbe efficace a ridurre la trasmissione. È importante tornare alla didattica in classe. Tutte queste indicazioni saranno aggiornate in base all’evoluzione degli scenari epidemiologici».

E il ruolo dei genitori?

Covid

e influenza

stagionale

gireranno

insieme?

Speriamo che l’uso della mascherina,

l’igiene e la distanza siano una barriera anche

per gli altri virus

«Fondamentale, direi. Il loro compito è non mandare i figli con febbre alle lezioni».

Covid-19 e influenza si troveranno a circolare insieme. Sarà una fase critica?

«Noi speriamo che l’uso della mascherina, il distanziamento e l’igiene delle mani saranno una barriera anche per gli altri virus. C’è ottimismo. In Australia grazie alle misure di contenimento dell’epidemia non hanno avuto il classico picco influenzale».

Il bambino che dovesse sentirsi male sui banchi aspetterà in una stanza di sosta?

«Proprio così, non verrà tenuto in isolamento, noi indichiamo un locale decentrato e un solo adulto che si prenda cura di lui. Per estrema precauzione viene allontanato dagli altri. Saranno i genitori poi a chiamare il pediatra o il medico di famiglia che a sua volta potrebbe indicare l’esecuzione del tampone cui provvederà la Asl».

Mascherine: quali?

«L’operatore che sosta nella stanza con un alunno colpito da sintomi sospetti indosserà mascherina chirurgica e anche il ragazzo, se la tollera».


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