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La Nazione. Pistoia: Prof e precari, mille in piazza

Mattinata di protesta all'assemblea provinciale della Cgil:

18/09/2010
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di MARTINA VACCA UN MIGLIAIO di persone, riunite nei giardini pubblici, piazza San Francesco non le aveva forse mai ospitate, mai di giorno, cioè. Ma stavolta l'occasione era seria, serissima: in ballo il futuro della scuola e il presente lavorativo di migliaia di persone, insegnanti, collaboratori e amministrativi, che si sono riuniti nell'assemblea pubblica provinciale organizzata da Flc Cgil. I primi ad arrivare, alle 7 del mattino, sono stati gli organizzatori e i coordinatori che, vista la pioggia incessante, hanno deciso di trasferire tutti nella sede del Dopolavoro Ferroviario, davanti alla stazione. Alle 10 però, quando l'assessore provinciale all'Istruzione, Paolo Magnanensi, aveva appena iniziato il suo intervento, le persone erano già più di 700 e per motivi di sicurezza, ombrelli alla mano, è stato deciso di tornare tutti in piazza San Francesco, dove alla fine si è svolta l'assemblea, sotto la pioggia, che è caduta quasi fino all'ultimo. Il corteo (che non era di protesta) ha attraversato via Curtatone e Montanara per arrivare in piazza San Francesco, dove oltre ai rappresentanti della Cgil, il segretario Regionale Flc Cgil, Raffaele Biancalani, il collega della provincia di Pistoia, Franco Buralli e Fabio Capponi, Segreteria Confederale Scuola della Cgil, c'erano anche l'assessore comunale all'Istruzione Mario Tuci e gli assessori provinciali Paolo Magnanensi e Mauro Mari. Maestre, professori delle medie e delle superiori, bidelli e impiegati di segreteria: tra i gruppi non c'erano solo precari, anzi. C'erano soprattutto i veterani delle scuole pistoiesi, insegnanti di ruolo e collaboratori che ci lavorano da una vita, tutti spinti da una motivazione: capire che cosa sta succedendo negli istituti, e soprattutto come sia stato possibile arrivare a questo punto. I DISAGI «Non abbiamo più nemmeno i soldi per pagare la carte igienica nei bagni», spiegano alcuni collaboratori. «Io faccio la bidella racconta Tamara Bruni e sono precaria da 16 anni. Fino all'anno scorso mi hanno chiamato con contratti anche di una sola settimana, al Pacini, al Pacinotti, a Quarrata. Per spostarmi ho dovuto comprare un'auto, ma quest'anno so già che non lavorerò». In alcune scuole ci sono precari che vengono dal Sud e che quest'anno si sono ritrovati sulla strada: c'è chi racconta di un collega che è andato a vivere in un camper, in attesa che arrivi uno stipendio di cui non ha certezza. DIDATTICA Ma le difficoltà non sono solo dei lavoratori. C'è soprattutto un problema di sicurezza per i ragazzi e l'impossibilità di garantire la didattica per tutti. «Ormai noi insegnanti svolgiamo solo un ruolo di sorveglianza spiega D. P., delle elementari «Rodari» di Agliana Con classi di 28 bambini è impossibile insegnare. E i genitori non si rendono conto di cosa accade, per molti basta che i bambini siano guardati nelle ore in cui sono lasciati a scuola». SOSTEGNO Loretta Gonfiantini insegna italiano alle elementari: «Parlo da mamma e maestra. Ho un figlio diversamente abile e so che la situazione del sostegno agli alunni come lui è ormai al collasso: le cattedre sono state dimezzate su un totale di 34 ore, si è passati da 12 a 9 ore di sostegno. Molte di queste, prima svolte dalle insegnanti che seguono lo studente nel ritardo di cui è affetto, sono state sostituite ora da un'assistenza generica assicurata da personale di cooperativa nominato e pagato dal Comune. Ma io voglio che la scuola istruisca mio figlio, non che lo tenga nelle ore in cui io lavoro».


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