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L'importanza di non dimenticare

L'importanza di non dimenticare di Enrico Panini Segretario generale Flc Cgil Il 27 gennaio del 1945, alle ore 11.59, un soldato russo aprì il cancello del campo di sterminio di ...

27/01/2006
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L'importanza di non dimenticare
di Enrico Panini
Segretario generale Flc Cgil
Il 27 gennaio del 1945, alle ore 11.59, un soldato russo aprì il cancello del campo di sterminio di Auschwitz e gli occhi di milioni di persone poterono vedere da quel momento lo spettacolo orrendo che si era consumato lì e in decine di altri luoghi. Il nostro paese, buon ultimo fra i paesi europei, ha indicato con una legge del 2000 nel 27 gennaio il giorno dedicato alla memoria, in particolare alla memoria della shoah, a quello sterminio sistematico e pianificato degli ebrei, di milioni di ebrei, che fu messo in atto dalla macchina da guerra nazifascista.

Alle 11.59 del prossimo 27 gennaio ancora una volta alcuni milioni di ragazzi osserveranno un minuto di silenzio e leggeranno "Se questo è un uomo" di Primo Levi facendo proprio l'invito che tutte le associazioni professionali della scuola lanciano da alcuni anni.
Ricordare è una funzione essenziale per la vita individuale e collettiva, contro l'oblio e contro il rischio di essere pian piano cacciati in un presente continuo nel quale non si riesce più a distinguere fra passato e futuro, nel quale tutte le responsabilità si annullano.
Oggi, nel nostro paese, siamo in presenza di tentativi tesi a offendere la memoria. Come giudicare diversamente il fatto che la seconda carica dello Stato, il senatore Pera, accusa il riferimento alle radici antifasciste della nostra Costituzione di essere obsoleto. Oppure, quando il presidente del Consiglio spaccia il confino che subirono gli antifascisti per un sorta di soggiorno a carico dei contribuenti. O che dire della rimozione sistematica delle responsabilità altissime che ebbe il fascismo nella strage degli ebrei, non ultimo con la promulgazione delle leggi razziali nel 1938. Un'altra recente violazione della memoria è stata il tentativo di far discutere il nostro Parlamento di un disegno di legge che vuole attribuire ai repubblichini di Salò lo status di militari belligeranti, lo stesso che è riconosciuto ai partigiani.

Quella manovra è stata bloccata grazie alla pronta mobilitazione e alla denuncia di centinaia di persone e associazioni, ma la dice lunga del tentativo in corso di cancellare la storia e ricostruirla a uso e consumo della politica dell'oggi. E non possiamo abbassare l'attenzione.

Il ministro Moratti non è da meno in questa opera di riscrittura, avendo dato il via libera a programmi di insegnamento che relegano il fascismo e la Resistenza a fatti marginali nella formazione dei ragazzi. Anzi, cancellano il termine fascismo, edulcorato in un più generico totalitarismo.

Anche per questo è importante che il "Giorno della Memoria" sia vissuto degnamente e sia riempito di tante iniziative.

La nostra organizzazione, e siamo ormai al quarto anno, celebrerà il giorno della Memoria a Bari in un'iniziativa promossa insieme allo Spi. Daremo voce alle istituzioni, a importanti contributi del mondo della cultura e della formazione, alle esperienze fatte nelle scuole. Il ruolo della scuola e dell'università sono fondamentali per il rilievo che esse hanno nella formazione delle coscienze e nella valorizzazione della memoria.
(www.rassegna.it, Rassegna sindacale, gennaio 2006)


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