FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3957834
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Insegnanti “fragili” Sarà esentato solo chi ha malattie gravi

Insegnanti “fragili” Sarà esentato solo chi ha malattie gravi

Stretta contro il rischio cattedre vuote, il comitato tecnico prepara una circolare per stabilire le regole. E loro si difendono: vogliamo lavorare ma essere protetti

29/08/2020
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

di Michele Bocci Ilaria Venturi

ROMA — È considerato fragile e quindi esentabile dal lavoro, solo chi ha patologie gravi, come un tumore o una forma di diabete scompensato, oppure è colpito da più di una malattia cronica. Ieri il Cts ha brevemente discusso di uno dei temi di questi giorni, cioè del rischio cattedre vuote dovuto ad un presunto alto numero di esenzioni. I tecnici ritengono che sia necessaria una circolare per mettere alcuni punti fermi. L’atto dovrebbe essere pronto all’inizio della prossima settimana e richiamerà la legge.

Proprio per proteggere i lavoratori dal Covid, infatti, nei mesi scorsi è stata scritta una norma dove è indicato il percorso per il lavoratore del settore dell’istruzione portatore di patologie. Deve richiedere al suo dirigente scolastico di essere sottoposto a una visita straordinaria da parte del medico competente o di quello dell’Inail, che darà il giudizio sulla idoneità al lavoro. Questo non sarà legato all’età della persona ma appunto allo stato di salute anche se è ovvio che certe patologie sono molto più diffuse tra chi ha più di 55 o 60 anni, un esercito nel mondo della scuola, tra insegnanti e bidelli, di 400mila lavoratori. Lo stop arriverà per patologie importanti, oppure per la cosiddetta “comorbi-lità”, cioè la presenza di più malattie. Di certo, notano gli esperti, con questi criteri i numeri alla fine saranno molto più bassi di quelli circolati in questi giorni. Probabilmente si resterà nell’ordine di alcune migliaia.

Anche la ministra Lucia Azzolina ieri si è detta sicura che non arriveranno certificati in massa, dopo aver ricordato la procedura per il riconoscimento del lavoratore fragile. «C’è un tentativo di screditare il personale scolastico» insiste Azzolina. E con lei Giuseppe Provenzano, ministro per il Sud, che ricorda: «Si era detto anche per gli esami di Stato che sarebbero mancati gli insegnanti e poi ci sono stati». Ma nelle scuole regna l’incertezza. Impauriti e indignati i docenti. «Vogliamo rientrare pretendendo misure di sicurezza». I cosiddetti fragili non ci stanno a passare per quelli che non vogliono lavorare. Claudia Corneli è infuriata: «Non voglio essere sbattuta a casa, mi si dia la possibilità di non rientrare in classe, ma di continuare a essere utile per la scuola». Ha 47 anni, insegna storia dell’arte in un liceo classico in provincia di Torino. Un trapianto tre anni fa l’ha portata a terapie immunosoppressive, ha già fatto il commissario di Maturità collegata da casa, lunedì si presenterà al collegio docenti, «ci andrò con visiera e mascherina pur di ribadire che ci sono. Solo che con nove classi e 246 studenti da vedere ogni settimana sarei a rischio. Ma posso fare altro, dall’orientamento a lavori d’ufficio».

Martina, docente di Lettere alle medie, racconta della sua patologia invalidante al 70%, della ricaduta a gennaio, della voglia di tornare a scuola: «Non mi sono rivolta ancora al medico competente perché non so che fine farò: perderò lo stipendio? Sono di ruolo da tre anni, dopo dieci di precariato, la scuola me la sono conquistata, non voglio perderla». Bijoy Trentin ha appena cambiato liceo, quello nuovo non riconosce la sua condizione di lavoratore fragile, «mi hanno assegnato i corsi di recupero da lunedì, non so cosa farò, se non riesco ad affrontare il problema starò a casa. Ma non siamo scansafatiche, questo mi indigna». Così Chiara, 42 anni, docente in provincia di Ferrara: «Per me non poter tornare in classe a causa del Covid è un dispiacere, ho fatto domanda al medico competente, ma scuola non sanno come comportarsi. Vorrei essere una risorsa, non un problema ». Scrive un gruppo di docenti delle medie e superiori: «Essere, a causa della pandemia, nella condizione di fragilità non significa che non siamo pienamente idonei a lavorare, ma che non possiamo farlo in presenza ». Vacanti invece rimarranno almeno il 70% delle 84.808 cattedre di ruolo, e questo sarà il vero problema che porterà a un record di 200mila e più supplenti. La stima è dei sindacati, con situazioni gravi al Nord. In Veneto gli idonei alle nomine sono 1.750 su 8.800, spiega la Cisl scuola. In Lombardia 4.900 su 19.600. Nel frattempo arriverà un contingente di 70mila insegnanti e bidelli assunti per l’emergenza Covid. Personale usa-e-getta: licenziabili in caso di un nuovo lockdown.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL

FERMIAMO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA!

Al via la
campagna referendaria.

APPROFONDISCI