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Coronavirus, docenti contro presidi sulla didattica online: “Collegi solo sul web”

Assenze di massa ipotizzate tra 45 e 60 giorni: si va verso una valutazione finale degli studenti comprensiva

11/03/2020
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la Repubblica

Corrado Zunino

Le lezioni online faticano a decollare, soprattutto al Centro-Sud. Forti delle indicazioni ministeriali, i presidi provano a convocare i docenti a scuola, anche a gruppi ristretti, per far partire progetti a distanza complicati per una classe insegnante spesso sprovvista di formazione sul tema. La risposta di sindacati Cobas e organizzazioni social che tutelano gli insegnanti è: «Non ci presentiamo e non firmiamo il registro elettronico, convocate i collegi via web».

C’è un problema strutturale, in questa mastodontica messa in marcia per una didattica forzatamente diversa: le connessioni, i giga a disposizione. Spesso i docenti, nonostante i Google classroom e i collegamenti Skype possibili, finiscono per utilizzare solo il registro elettronico: assegnano i compiti, ecco. «Sappiamo che ci sono differenze geografiche ed economiche», dice Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi.

Skuola.net ipotizza che in Campania sia partito solo il 40 per cento degli istituti. L’ affanno si registra soprattutto alla primaria e nelle scuole medie. Tuttoscuola ha calcolato che con il ritorno in classe il 6 aprile (ipotesi ottimistica) si perderanno 75 milioni di ore di lezione: «Dieci milioni si possono recuperare con le videolezioni».


In questo travagliato anno scolastico 2019-2020 il giudizio finale di ogni studente sarà necessariamente comprensivo. Diventerà impossibile non ammettere qualcuno alla Maturità che partirà il 17 giugno e davvero difficile bocciare uno studente di fronte a un’assenza forzosa di almeno un mese e mezzo (calcoli che si fanno con la riapertura delle classi dopo le vacanze di Pasqua, ad oggi la data più probabile). Nelle zone rosse della prima ora le assenze conteggiate potrebbero arrivare a due mesi. In questo vuoto temporale, il ministero dell’Istruzione ha tenuto a precisare che la «dimensione docimologica» (il voto) «viene lasciata alla scelta dei docenti». Maestri e professori sono liberi di giudicare e devono valutare gli studenti subito, a distanza.


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