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Conte avverte i ministri: la scuola è responsabilità di tutti, non soltanto di Azzolina

Il governo preoccupato anche dalla linea delle Regioni che vogliono andare avanti in ordine sparso a fronte di contagi che potrebbero aumentare

25/08/2020
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Corriere della sera

Alessandro Trocino

Una riunione d’urgenza, non tanto perché si dovessero prendere decisioni immediate, ma perché crescono le preoccupazioni a tre settimane dalla riapertura delle aule scolastiche. E soprattutto perché aumenta il pressing del centrodestra, dal leghista Matteo Salvini alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: «Attenzione — avverte un ministro — se facciamo un passo falso, la destra è pronta ad attaccarci». Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non è tranquillo e ha voluto che fosse chiaro a tutti che la responsabilità della scuola non è solo del ministro Lucia Azzolina. E così ha convocato il titolare della Sanità Roberto Speranza, dei Trasporti Paola De Micheli, degli Affari Regionali Francesco Boccia, oltre ad Angelo Borrelli, capo della Protezione civile e il commissario per la scuola Domenico Arcuri. A tutti ha chiesto conto nel dettaglio della situazione e ha assegnato a ciascuno una quota parte di oneri, se le cose dovessero andare male: «La responsabilità è di tutti». Ma tra le preoccupazioni c’è anche quella del rialzo dei contagi e così, a seguire, si è tenuta una riunione tra Conte e i capi delegazioni dei partiti di governo, per via telematica. Riunione chiesta da Dario Franceschini, capo del gruppo dem, il quale teme un ulteriore estendersi della tendenza che si è vista in queste settimane, e cioè l’eccessiva litigiosità tra Regioni, che porta a norme e divieti a macchia di leopardo, con il rischio di confusione e di conflitti.

Due temi che si intersecano, perché tra le questioni affrontate nel secondo vertice c’è anche la polemica scatenata dall’iniziativa del presidente siciliano Nello Musumeci, che ha annunciato la chiusura degli hotspot, con l’allontanamento dei migranti. Ordinanza che, a quanto si apprende, dovrebbe essere impugnata dal Viminale. Musumeci non è l’unico governatore che potrebbe approfittare dell’emergenza per lanciare un attacco politico. Un antipasto di quello che potrebbe succedere si è visto anche nei mesi scorsi con il presidente leghista della Lombardia Attilio Fontana. Il problema è che la scuola è un tema che sta particolarmente a cuore agli italiani e le questioni da risolvere restano ancora molte. L’organico dei docenti, per esempio, sul quale Conte ha chiesto chiarimenti al ministro Azzolina. Il premier ha domandato rassicurazioni al commissario Arcuri sull’effettiva consegna dei nuovi banchi e sugli 11 milioni di mascherine al giorno che potrebbero servire per gli alunni che dovranno restare in classe a una distanza inferiore a un metro. Si è trattato solo di una riunione interlocutoria, tanto è vero che oggi si terrà un altro incontro, presenti oltre alla Azzolina, Speranza, Boccia e De Micheli. Il ministro della Salute ha spiegato al premier le modalità di intervento nel caso in cui risultasse positivo uno studente o un insegnante. Ogni scuola sta individuando un referente — il preside o un docente — che sarà formato dall’Istituto superiore di Sanità e dovrà intervenire nel caso di allarme. Non scatterà automaticamente la quarantena per tutti i compagni di scuola, ma si verificherà a seconda delle caratteristiche delle aule e dei contatti.

Palazzo Chigi tiene a ribadire che non è in discussione la data di riapertura delle scuole, che sarà il 14 settembre. Ma le incognite restano tante. Per questo Conte ha voluto un cambio di rotta, assumendo in prima persona il coordinamento delle attività. La difficoltà del governo consiste anche nella necessità di un confronto continuo con il comitato tecnico scientifico. Il rischio che si vada in ordine sparso tra le Regioni è quello che preoccupa di più il ministro Franceschini. Anche Boccia ha chiesto il massimo coordinamento. C’è la possibilità che ne approfittino i governatori di centrodestra, ma non solo. Come dimostra il caso della Campania, dove il presidente Vincenzo De Luca non perde occasione per differenziarsi. È di ieri la notizia che la Regione ha deciso di acquistare termo scanner da assegnare agli istituti per fare in modo che la temperatura venga misurata agli alunni all’ingresso delle scuole. Difficoltà politiche anche per il ministro Azzolina. Dopo l’intervista nella quale accusava i sindacati di fare resistenza, sono piovute critiche da parte di esponenti del Partito democratico. Che in queste settimane sono stati spesso silenti sul tema. Anche per questo il ministro ha scelto di confrontarsi in videoconferenza con settanta parlamentari dei 5 Stelle, chiedendo e ottenendo un comunicato di solidarietà con il quale si dice «basta al fuoco amico» e si fa quadrato intorno alla titolare del dicastero di via Arenula.


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