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Bonetti "Il governo non ha fatto abbastanza I bimbi meritano di più"

Elena Bonetti, la ministra renziana delle Pari Opportunità e della Famiglia, sa bene che i bambini non sono usciti ancora dal "confinamento" e che «bisogna rimetterli al centro delle scelte che della politica nei prossimi mesi».

22/05/2020
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la Repubblica

Giovanna CAsadio

ROMA — «I centri estivi per bambini possono aprire prima del 15 giugno: lo valuti ogni Regione sulla base della situazione epidemiologica. E sugli asili nido stiamo studiando soluzioni sperimentali, come i Tagesmutter, i micro nidi familiari, e la riapertura degli asili con un numero di 5 bimbi per ciascun operatore. È dai bambini e dai ragazzi che si deve ripartire».

Elena Bonetti, la ministra renziana delle Pari Opportunità e della Famiglia, sa bene che i bambini non sono usciti ancora dal "confinamento" e che «bisogna rimetterli al centro delle scelte che della politica nei prossimi mesi».

Ministra Bonetti, lei stessa aveva chiesto che nella Fase 2 si ripartisse dai più piccoli e dai giovani. E invece sono loro i dimenticati?

«E’ stato un periodo difficile che ha messo a dura prova la generazione di bambini e ragazzi. Hanno risposto bene. Penso alla didattica a distanza, a come – grazie agli insegnanti – siano riusciti ad andare avanti. Conosco la fatica delle famiglie, su cui si è scaricato il peso della pandemia.

Apprezzo che il premier Conte abbia riconosciuto che il governo non ha fatto tutto quello che avrebbe voluto e potuto per le famiglie. Ma adesso il Family Act deve essere varato al più presto dal Consiglio dei ministri».

Fino ad ora la dimenticanza c’è.

«I diritti all’educazione, al movimento, al gioco e ad avere contesti educativi che aiutino i bambini a comprendere quello che sta succedendo, non li ho mai dimenticati. Perciò ho proposto e ottenuto un piano straordinario di investimenti per attività educative non scolastiche in senso stretto. Sono 185 milioni che attraverso il volontariato, il Terzo settore, i comuni faranno partire attività e progetti. Accade per la prima volta in Italia e lo considero un successo».

Ma gli asili nido sono ancora chiusi, i centri estivi apriranno solo tra un mese, l’apertura dei parchi è affidata ai sindaci se garantiscono la sicurezza. Cosa pensa di fare in concreto?

«I centri estivi dovrebbero riaprire prima del 15 giugno, al più presto: lo valutino le Regioni sulla base dell’andamento epidemiologico perché la sicurezza è la nostra stella polare».

E per gli asili nido?

«Stiamo studiando come coprire il servizio di asili nido, ovvero da zero a tre anni, con i sindaci, le Regioni, il ministero dell’Istruzione.

Innanzitutto stabilendo il numero di bambini – 5 al massimo – per ciascun operatore che deve avere dispositivi di protezione molto validi, perché sotto i 3 anni il contatto fisico è indispensabile. Poi con forme sperimentali. Ad esempio i Tagesmutter, una via di mezzo tra i micro nidi e la tata, che già ci sono in Veneto e in Alto Adige».

Ma lei non è stata delusa, come lo sono le famiglie, dal fatto che i nostri figli siano venuti dopo, nell’attenzione del governo?

«La delusione non è un sentimento da coltivare per chi fa politica. Vanno invece riconosciute le mancanze e le criticità a cui dare risposte».

Family Act, a che punto è?

Prevede sempre un assegno universale per ogni figlio di 200-250 euro e un sostegno di 300 euro per asili nido?

«Dovrebbe essere varato nei prossimi giorni. Oltre a assegno e contributi, ci sono i congedi parentali obbligatori anche per i padri di almeno 15 giorni e incentivi al lavoro femminile».

Lavoro femminile che rischia di essere penalizzato.

«La task force di donne – da Fabiola Gianotti del Cern a suor Alessandra Smerilli – ha elaborato una serie di proposte, dal rientro al lavoro delle madri con un premio alla de-fiscalizzazione dei contributi se si assumono donne».


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