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Alle elementari sarà complicato

Una maestra cerca di immaginare il rientro a scuola dei più piccoli

29/08/2020
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la Repubblica

Concita De Gregorio

«A settembre 2019 ho iniziato con i piccoli di prima. Nonostante avessero già vissuto il trauma del distacco dalla famiglia frequentando la scuola materna, all’inizio erano timorosi. A poco a poco, insieme ai miei straordinari colleghi abbiamo conquistato la loro fiducia, favorendo un clima sereno e motivante. I bambini iniziavano a leggere, a scrivere, a esprimersi.

Stavano scoprendo il piacere delle soddisfazioni personali, dell’incontro con i coetanei fatto di contatto, di giochi portati da casa e condivisi, di abbracci, di risate. Poi, il lockdown e noi docenti, se pur smarriti, ci siamo improvvisati con la didattica a distanza, finalizzata, però, a non far dimenticare il piacere di stare insieme e il desiderio di diventare migliori. Abbiamo dovuto mettere in gioco ogni risorsa personale e di team, anche quelle ancora sconosciute a noi stessi. Ci siamo inventati cacce al tesoro online; scritto favole; costruito percorsi a ostacoli fatti di indovinelli; abbiamo perfino allestito un talent show . È stata un’esperienza molto positiva. Ora, temo di non essere in grado di stare con gli alunni in presenza, ma a distanza. Noi maestri dobbiamo poter parlare a lungo in maniera chiara e coinvolgente, come farlo con la bocca nascosta e senza sorrisi? E se la mascherina fosse un obbligo per i bambini? Come comprendere il loro linguaggio precario fatto di parole inventate e frasi incompiute? Dovrei proibirgli di muoversi e di giocare fra loro? Sono certa che trasformerebbero il divieto di avvicinamento in uno scherzo. Come punire la birbonata? Non credo di poter lavorare in questo modo, che del resto ritengo inutile al fine di ridurre il rischio di un contagio ben più pericoloso della pediculosi.

I bambini ti si avvicinano con la mano sul naso pieno di moccio; giocano a far le bolle con la saliva; lasciano cadere a terra una matita e la mettono in bocca. Un conto è aprire i ristoranti, altro è aprire le scuole che sono un obbligo. La scuola che si sta prospettando, segnerà la generazione dei bambini del 2020, perché nella realtà, gli si nega il diritto di essere tali».


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