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Repubblica/Bologna: Gli insegnanti in pensione per aiutare i bambini stranieri

Da settembre due volte alla settimana per fare i compiti e imparare l´italiano

28/05/2006
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la Repubblica

La Cgil organizza i doposcuola in 5 quartieri

Si vuole offrire loro un aiuto per poter superare gli scogli più difficili

ELEONORA CAPELLI

Rispolverare libri e registri per aiutare, con doti di pazienza affinate negli anni, gli allievi stranieri, quelli che hanno difficoltà con i compiti, l´italiano, i voti. Nasce la figura del "professore civico", insegnanti in pensione che aiuteranno da settembre i bambini stranieri delle scuole bolognesi a fare i compiti e a imparare l´italiano. A far incontrare maestri a riposo con alunni di terre lontane, alle prese con una difficile integrazione, il progetto di Cgil e Sindacato pensionati italiani che partirà in autunno in scuole elementari e medie dei quartieri Porto, Reno e Borgo Panigale, cui probabilmente si aggiungeranno anche Navile e Saragozza. La sperimentazione parte con uno schema essenziale di due pomeriggi alla settimana in cui gli alunni stranieri, che sfiorano quota 30% in alcune scuole primarie, potranno svolgere i compiti e approfondire la conoscenza dell´italiano sotto la supervisione di professori esperti. Per ora i volontari già coinvolti nel progetto sono una ventina, ma la raccolta di adesioni continua tra gli insegnanti a riposo. Il progetto, in elaborazione da gennaio e che riprende una precedente esperienza su piccola scala effettuata al quartiere Savena, parte da una semplice premessa. «Bologna è una città di grande tradizione nell´insegnamento, oggi però molti professori preparati sono in pensione. Allo stesso tempo, i bambini stranieri nelle classi sono in costante aumento e hanno bisogno di un supporto in più», spiega Milena Schiavina, responsabile Cgil della Camera del lavoro Bologna Ovest. «Non un modo per sostituirsi alla scuola - ci tiene a precisare Schiavina - dove già operano mediatori culturali e professori di lingua italiana d´appoggio, per i casi di più difficile inserimento. Solo un progetto per mettere a frutto grandi professionalità, che oggi non si esprimono attivamente, a supporto dei bimbi che hanno bisogno di una base di conoscenza linguistica o rischiano una completa emarginazione". Bambini che provengono da tanti Paesi diversi, compongono gruppi non omogenei e vivono in maniera drammatica il conflitto tra famiglia di appartenenza e nuovi valori della società in cui si devono inserire. I confronti con le scuole finiranno entro la metà di giugno e, anche con l´aiuto dei Quartieri, le lezioni supplementari partiranno con il nuovo anno scolastico. «Vorremmo offrire loro un aiuto "personalizzato" che altrimenti non potrebbero mai avere» dice Emma Saccani, insegnante del Pier Crescenzi in pensione che si occupa del reclutamento dei professori volontari. «Del resto io insegnavo da un anno quando uscì "Lettera a una professoressa" di Don Milani. Per me è stato una bibbia, e il discorso che si faceva a proposito di meridionali e persone che venivano dalla montagna, oggi vale per i nostri immigrati". Al centro degli insegnamenti di questi maestri lontani ormai dalle loro cattedre, quella lingua che non è solo linguaggio ma che, come diceva il prete di Barbiana, "distingue gli uomini in ricchi e poveri, in servi e padroni".


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